di
Saverio Bocelli
Quest'anno l'appuntamento della filatelia con il pubblico lucchese si è arricchito con un'iniziativa interessante. Il comitato organizzatore ha cercato di coinvolgere gli alunni delle scuole della provincia con un concorso a premi sul tema: «Scopriamo i francobolli». Il primo articolo del regolamento precisa che il concorso è indetto «allo scopo di richiamare l'attenzione dei giovani sulla validità culturale, artistica e didattica del francobollo». Il contenuto di questo articolo è in sintonia con quelli che sono i compiti statutari dei Circoli filatelici: promuovere l'interesse per il francobollo suggerendo metodi validi per collezionarli. Per realizzare uno dei dettati fondamentali del proprio statuto, ogni circolo si rivolge al mondo giovanile perché è più disponibile a recepire nuove informazioni.
Il progetto di educazione alla filatelia ha una sua validità ed implicanza psico-pedagogica tale da giustificare il coivolgimento delle scolaresche che sono già oberate da una molteplicità di aree educative?
Se un bambino, al momento del suo ingresso nella scuola è fortemente motivato all'apprendimento della lettura e della scrittura, non necessariamente questa sua carica mantiene la stessa intensità nell'approccio con le varie materie che vengono proposte dalla scuola. La conquista delle capacità meccaniche del leggere e dello scrivere è di primario interesse per il bambino. Egli infatti è portato spontaneamente a far sue le conoscenze e le conquiste degli adulti che gravitano nel suo ambiente relazionale e la lettura e la scrittura sono i suoi traguardi più ambiti. Al di là di questa conquista che colma una lacuna fra le sue abilità e quelle dell'adulto, le motivazioni per seguire con il dovuto interesse e la necessaria attenzione gli altri insegnamenti cala notevolmente. Permane vivo l'interesse per quelle attività che fanno parte delle esperienze che il bambino vive nell'ambiente familiare o di relazione.
Alla base di ogni apprendimento ci devono essere comunque una sufficiente motivazione e l'interesse. Gli psicologi ed i pedagogisti sono concordi nell'affermare che il bambino mostra uno spiccato interesse per le immagini in genere, siano esse statiche o in movimento. E più !e immagini sono policrome più lo attraggono.
La particolare predisposizione del bambino a «nutrire» la propria mente di immagini lo ha ridotto a!!a negativa concezione di «teledipendente».
La seriazione e la catalogazione
Le raccolte di francobolli all'inizio sono generalmente un insieme confuso; informale. Quando il quantitativo dei francobolli comincia ad avere consistenza sorge spontanea l'esigenza di dargli un ordine.
Il metodo più usato dai bambini per dare ordine alle loro raccolte è quello di dividere i francobolli secondo gli stati emittenti. Invitiamoli a trovare anche altri raggruppamenti validi. Accettiamo, in un primo momento, anche le proposte meno funzionali, sempre che la scelta sia giustificata con una spiegazione logica.
Suggeriamo il raggruppamento per soggetto: Castelli (2-6) , personaggi (4-7), vedute (3-5-10-11).
All'Interno di questa suddivisione possiamo ricercare i francobolli che presentano delle affinità e che quasi certamente appartengono alla stessa serie. •
I bambini di «ieri» impegnavano una larga parte del loro tempo libero a leggere racconti o fumetti oppure a ideare giochi, mentre quelli di «oggi» trascorrono lo stesso tempo davanti ai televisori. Senza voler entrare nel merito se sia più proficua la lettura o i programmi televisivi, ritengo che se saremo capaci di mantenere diversificato l'interesse vivacizzandolo con stimoli molteplici, sarà più facile arrivare ad apprendimenti migliori.
Se il bambino è attratto dalle immagini perché non sottoporgli anche quelle offerte dai francobolli? Il francobollo è un'opera d'arte, sia pure in miniatura, ricca di contenuti che possono dimostrarsi utili soprattutto nella scuola per integrare le conoscenze curricolari.
Molti bambini nell'età della scuola dell'obbligo dimostrano di apprezzare i francobolli per la loro policromia ed è perciò in questa età che è più opportuno offrire un valido supporto alla loro richiesta.
I programmi della scuola primaria del 1955, per la prima e seconda classe raccomandavano di incoraggiare le raccolte e le collezioni.
Tale raccomandazione era dettata dalla necessità di abituare il bambino alla seriazione, alla catalogazione, ma anche all'esigenza di costituire nelle scuole una raccolta di materiali o immagini utili a concretizzare le conoscenze del bambino.
I nuovi programmi della scuola elementare hanno introdotto una nuova disciplina: l'educazione all'immagine.
qualcosa» possa essere valido ai fini
educativo-pedagogici.
La decodificazione delle immagini
La decodificazione delle immagini è l'attività più importante perché aiuta a comprendere il messaggio che il francobollo vuoi trasmettere.
Scegliamo immagini chiare e prepariamo dei questionari:
1)
Quali sono le caratteristiche dell'uccello raffigurato? Riconosci qualche
pianta?
2)
Questi
francobolli sembrano uguali invece differiscono in almeno 4 particolari; riesci
a trovarli? Se non conosci il
personaggio raffigurato perché non ti documenti? Perché c: sarà
una nave? Che tipo di nave è?
3)
Quale
fiaba è raffigurata in questo francobollo? Perché?
4)
Qual
è
l'ambiente naturale illustrato nel francobollo? Che significato ha questa
immagine?
I nuovi programmi precisano che " per rendere comprensibile l'immagine e quindi assumerla in funzione educativa, si deve essere in grado sia di decodificare i codici utilizzati, sia di interpretarne il contesto comunicativo".
Attuando un minuzioso lavoro di decodificazione sui messaggio fornito dal francobollo, aiutando cioè il bambino a passare dalla visione globale a quella analitica lo arricchiremo di un insieme di informazioni che andranno ad integrare le sue conoscenze curricolari.
Se nella classe c'è qualche bambino che raccoglie francobolli possiamo invitarlo a portarli a scuola. Tra tutti quelli che è riuscito a reperire possiamo scegliere uno dei più significativi o per la bellezza dell'immagine proposta o per l'interesse che il soggetto può destare nella scolaresca (sport, animali, flora...). Se disponiamo di un episcopio è consigliabile proiettare il francobollo in modo da avere un'immagine ingrandita che tutti possono osservare facilmente. Cerchiamo a questo punto di «smontare» la percezione per ricavarne i vari messaggi che contiene.
La decodificazione dei testi
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I francobolli, oltre alla scritte indispensabili: stato emittente e valore, recano spesso altre scritte relative alla commemorazione. È opportuno abituare i bambini a leggere i testi cercando di capirne il messaggio. Per uesta attività cerchiamo di operare con francobolli italiani. Invitiamo i bambini a dire a quale stato appartengono e qual'è il loro valore. Molti francobolli portano in basso delle scritte piccole che indicano la stamperìa, l'anno di edizione e l'artista che ha preparato il bozzetto o che ha curato l'incisione (fig. n. 5). Proviamo a sfidare i bambini a scoprire questi messaggi. Se non ci riusciranno li aiuteremo senza però essere troppo impazienti. Diamo loro un po' di tempo e, forse qualcuno riuscirà nell'intento.
Per la decodificazione dei testi relativi alla commemorazione possiamo cercare di predisporre dei francobolli con soggetti attinenti agli argomenti svolti in classe, così saranno utili per integrare lo lezioni. Su questo prepariamo dei questionari.
1)
In che anno avvenne questa unione? Prima a quale stato appartenevano le
provincie indicate? Ora in quali regioni si
trovano?
2) Quali città sono segnate sulla cartina d'Italia? Perché solo queste?
3)
Prudenza sulla strada, perché? A chi è diretto il messaggio? Il
francobollo raffigura un oggetto che ci parla permezzo di
codici; che cosa è? Quali sono i suoi codici?
4)
Si tratta di un proclama di Garibaldi; a chi era diretto? Quando fu
scritto? In che occasione? Prova a leggerlo.
Possiamo iniziare con un'attenta decodificazione dei testi perché in parte ci forniranno la chiave di lettura dell'immagine stessa. In un secondo momento passeremo all'osservazione della parte iconica spingendoci, se il grado di maturità della scolaresca ce lo consente, ad un esame critico della stessa.
Nelle illustrazioni forniamo alcune indicazioni per procedere alla decodificazione sia dei testi sia delle immagini.
Quando questo lavoro non presenterà più grandi difficoltà per i bambini possiamo educarli ad ordinare in maniera sistematica i francobolli raccolti seguendo i criteri di affinità fra gli stessi. Arriveremo sicuramente alla catalogazione per insiemi e sottoinsiemi.
Precisiamo che in queste tre fasi operative non esiste una successione cronologica fissa, per cui possiamo anche attuare il lavoro di seriazione come primo tempo del nostro lavoro. Riteniamo però che una migliore conoscenza del contenuto del francobollo faciliti la catalogazione. Superata questa fase cercheremo di sfruttare l'accresciuto interesse verso i francobolli che potrebbe aver contagiato altri alunni. Faremo il possibile per raccogliere quelli che ci permettano di illustrare una ricerca da realizzare con un lavoro di gruppo che riesca a coinvolgere la totalità della scolaresca.
Se imposteremo bene il laverò forse avremo avviato, senza grandi costrizioni, un modo vivace di studiare e di approfondire le materie curricolari, sempre aperto a nuovi interrogativi che favoriscono un approfondimento interdisciplinare. Sicuramente avremo insegnato un metodo di ricerca operativa che non è sterile copia ma costruzione consapevole del proprio sapere. Ogni nuovo francobollo che entrerà a far parte della sua raccolta non sarà una nuova figurina che va a riempire uno spazio vuoto ma una sollecitazione alla conoscenza.
All'insegnante non deve interessare che i propri scolari siano, in futuro, dei nuovi collezionisti; l'importante è che non siano «fissati» sugli aspetti marginali della filatelia ma che sappiano recepire l'invito all'educazione permanente che i francobolli rivolgono loro.