di

Nino Barberis

( Cronaca filatelica - novembre 1980 )

 

Ma qualcuno ha già cominciato


C'è chi, in attesa che il ministero della Pubblica Istruzione si decida a far qualcosa (magari in collaborazione con quello delle Poste), ha già stilato il suo programma d'insegnamento filatelico. E c'è persino chi ringrazia le autorità scolastiche «che non hanno posto ostacoli all'iniziativa ...

Un pioniere degli anni '40

Gastone Rizzo, giovane maestro elementare, iniziò nei primi anni quaranta, quando era supplente in scuole di piccole località del Veneto, ad utilizzare i francobolli come sussidio didattico, riuscendo a stimolare anche ragazzini riottosi e svogliati con piccoli premi filatelici a coronamento di risultati scolastici raggiunti anche con l'ausilio del francobollo. Dopo una interruzione della sua attività scolastica, la riprese attorno al 1950 a Sustinente, un piccolo centro di 1500 abitanti nel veronese, dove utilizzò in maniera sistematica i francobolli, soprattutto con bambini di IV e V elementare, mettendo insieme un ampia casistica applicativa, che venne divulgata attraverso la stampa filatelica dell'epoca. Le sue esperienze di abbinamento tra materia scolastica e documentazione iconografico-filatelica, l'utilizzo del francobollo come mezzo incentivante per raggiungimenti in termini di profitto interessarono anche pedagoghi stranieri e persino l'UNESCO. Solo nel nostro ministero della Pubblica Istruzione il prezioso lavoro del maestro Rizzo non lasciò traccia.

Il «Programma» della III E

Ventisette ragazzi di III classe della scuola elementare «Muzio» di Milano, sotto la guida della loro insegnante Signora Ada Chioatto e con l'assistenza filatelica di Dario Barbieri, hanno approntato, nel 1976-77, una collezione dal titolo «Programma di un anno». La collezione, svolta in forma tematica con francobolli, annulli ed altro materiale filatelico procurato dai ragazzi stessi o ricevuto in omaggio da Soci del CIFT amici di Barbieri, è stata esposta a Salsomaggiore, a Milano ed a Cesena, ottenendo sempre lusinghieri riconoscimenti e qualche volta anche le felicitazioni della Giuria. Si tratta di una intelligente realizzazione, che sfrutta in maniera diretta il francobollo e come sussidio didattico e per illustrare — con esempi filatelici — tutte le materie che fanno parte del programma scolastico. Ritengo che un esempio del genere possa essere preso come base per qualsiasi iniziativa scolastica che non abbia già un preciso indirizzo filatelico.

Il piano della collezione era il seguente:

1. ITALIANO:  Il linguaggio e i modi di comunicare

2. ARITMETICA: Gli insiemi  - Le numerazioni  - Le operazioni  - Le unità di misura

3. LE SCIENZE: L'uomo -  Gli animali fossili

4. GEOGRAFIA: Il nostro pianeta -  Il mare -  La montagna  - Il fiume e la pianura

5. STORIA: La preistoria -  La civiltà egizia -  La civiltà greca  - La civiltà etrusca -  La civiltà romana

6. RELIGIONE: Gesù e il Cristianesimo

7. EDUCAZIONE FISICA: Esercizi a corpo libero

 

Il dottor Giampietro mentre premia un bambino ad un concorso filatelico scolastico. Al centro, il professor De Lorenzo.

Nozze d'oro con la scuola

Il dottor Michele Giampiero ha passato cinquant'anni nella scuola; negli ultimi dodici anni della sua carriera — prima del suo ritiro, sette anni or sono — con l'incarico di Ispettore centrale del ministero della Pubblica Istruzione, in tale veste ha percorso l'Italia in lungo ed in largo per illustrare — tra l'altro — le direttive del Ministero in fatto di didattica e su altri argomenti di interesse per il corpo insegnante. Nelle innumerevoli conferenze da lui tenute ha sempre inserito l'argomento della filatelia come sussidio didattico

Autore di numerosi articoli sulla filatelia didattica, è attualmente Presidente onorario dell'ANISF, della quale fu fondatore, insieme al professor Antonio De Lorenzo. Per due anni ha tenuto una rubrica didattica filatelica sulla rivista «Diritti della Scuola». Ha iniziato un monumentale lavoro «Tuttitalia raccontata dai francobolli» che ha ora in animo di completare sotto forma di volume. Fedele al suo motto, «il francobollo si legge, più che si vede», con una prosa appropriata all'età dei lettori ai quali il volume è destinato (dell'arco dalla V elementare alla III media) aiuta a leggere il francobollo r­prodotto (ed a conoscere l'Italia). E' autore di venti volumi per ragazzi.

Iniziative locali quasi sempre individuali

GENOVA. Nel 1958 il professor Domenico Martino fondava il «Movimento Filatelico Giovanile Italiano», che svolse un'attività in crescendo fino al febbraio 1960, attività che comprendeva anche la pubblicazione di una rivistina mensile per filatelisti-studenti e che culminò con una bellissima mostra tenutasi nella sede dall'Istituto Arecco di Genova con ben 65 espositori, tutti studenti. Il professor Martino, che era l'anima dell'iniziativa, morì — purtroppo — nel marzo di quell'anno ed il «Movimento», che si riprometteva appunto di estendere la conoscenza della filatelia nella scuola, si dissolse. Avevo incontrato il professor Martino poche settimane prima della sua scomparsa e ne avevo tratto la sensazione che veramente gli sarebbe stato possibile gettare quel ponte che è indispensabile per stabilire un contatto dal quale irradiare nella scuola i benefici della filatelia.

A Genova, del resto, già nel 1946 il commentatore filatelico di «Radio Genova», Salvo, intratteneva gli ascoltatori — in una conversazione domenicale — sulla «opportunità che nelle scuole medie sia inserita la filatelia fra le materie senza obbligo di esame» («Il Francobollo», n. 10, settembre 1946).

LIVORNO. Già nel settembre 1854, In occasione della «settimana Filatelica Toscana» fu organizzata — a cura della professoressa Tina Nencioni — una mostra filatelica per gli scolari, nella quale gli espositori, oltre ad esporre una loro raccolta, dovevano sottostare ad un vero e proprio esame di cultura filatelica. Ricordo, nel 1973, con quale entusiasmo i ragazzi delle scuole medie di Livorno erano venuti ad ondate, in visita guidata, a visitare una mostra filatelica sul tema navale che si teneva a Villa Mimbelli: io stesso unitamente al compianto colonnello Oliva feci da cicerone a più di una classe di ragazzi vispi e curiosi.

Ilio Gasparri, che tra l'altro tiene una rubrica filatelica sul giornale «Il Tirreno» e ad una stazione radiotelevisiva locale, mi ha recentemente segnalato una ripresa di iniziative, con la presentazione di collezioni tematiche alle scolaresche di scuole medie (le prime due sono state la «Micali» e la «Mazzini»), seguita da una conversazione illustrante le possibilità del francobollo di "istruire divertendo e di divertire istruendo".

TREVISO. Da tre anni si svolge una manifestazione denominata "La Filatelia e la Scuola", d'intesa con il Provveditorato agli Studi. La manifestazione, che nel 1979 ha coinvolto simultaneamente circa 7000 studenti del 2 ciclo della scuola elementare e della scuola media di I e II grado, si articola in una serie di incontri di un esperto di filatelia con gli studenti, presso 1« rispettive scuole  quindi nell'approntamento di collezioni o nello «volgimento di temi, sia individuali che collettivi, su argomenti di attualità, Spesso ispirati alle più recenti emissioni postali italiane. Promotrice dell'iniziativa, che è sostenuta dall'ANASFEN, è la dottoressa Silvana Fasciolo Bolzan, che ha sottolineato il consenso degli operatori scolastici di tutti i livelli.

SPOLETO. Dal 4 al 6 aprile 1977 si è svolta, organizzata dalla Scuola Media «L. Pianciani» (promotore il cavalier Alberto Berioli una mostra filatelica per gli studenti approntata senza alcuna preventiva preparazione (e quindi spontanea e genuina); una "drammatizzazione" su alcuni personaggi-chiave della filatelia ed un «quiz» filatelico. La mostra — ha scritto «Voci Giovani», il mensile della scuola — «non è stata una mostra di cose belle, ma una mostra di cose intelligenti, che non richiedevano ammirazione, ma studio e consapevolezza». Tra i temi trattati dai tre gruppi di classi nei quali i lavori sì articolavano, c'erano temi quali «La classificazione dei francobolli»; «Il vocabolario del collezionista»; «Francobolli e letteratura»; «Come fare la collezione»; «Storia della Posta»; «Organizzazione della Posta» ed altri argomenti ancor più specifici ed impegnativi, quali «Francobolli e Fascismo», «Inchiesta sul francobollo», «Proposta filatelica per l'Africa».

Trecento i ragazzi partecipanti. Anche i professori, dicono le cronache, hanno dimostrato un serio interesse nell'uso di questo insolito sussidio didattico.

MILANO. Ricordo la costituzione, nel 1947, del «Circolo Filatelico degli Studenti», che aveva sede In Via Torino, 38. Mi fu però impossibile, tre anni dopo, cercare di stabilire un contatto: del circolo non esisteva più traccia, era svanito nel nulla.

MEDA. In occasione della 2 Giornata Filatelica Giovanile (11 dicembre 1977) fu adottato — per gli scolari partecipanti alla mostra — un sistema di classifica combinato: ai punti ottenuti dalla collezione esposta andavano aggiunti quelli ottenuti nelle risposte ad un «Brogliaccio», che veniva dato da «sbrogliare» ai giovani espositori. Conteneva varie domande di cultura filatelica, con difficoltà graduata a seconda della classe frequentata.

MELEGNANO. Ricordo due concorsi filatelici organizzati in collaborazione con le scuole locali, con molte centinaia di partecipanti. Uno consisteva in un disegno «Melegnano in Francobollo», l'altro in un piccolo tema libero da illustrare con francobolli.

Sempre per rimanere nei dintorni di Milano, cito un curioso dato statistico induttivo. Durante una conferenza da me tenuta nel maggio 1979 su «Il Parlamento Europeo e la Filatelia» al Teatro Villoresi di Monza, a oltre 600 ragazzi delle locali scuole elementari e medie, l'allora ministro delle Poste Vittorino Colombo, presente alla manifestazione, chiese che alzassero la mano coloro che erano collezionisti di francobolli. Dalla stima delle mani alzate si poteva giudicare che la percentuale era di circa il 50% (il Circolo Filatelico Monzese ha del resto una sezione giovanile con circa 150 iscritti).

In mancanza d'altro viva la «non ingerenza»

Taggia è una borgata in provincia di Imperia. Francesco Granato, napoletano, segretario delle locali scuole elementari, da due anni tiene volontariamente, senza compenso e nelle ore del suo tempo libero, un corso di filatelia ai ragazzi di IV e di V elementare. Nel dare segnalazione al ministero delle Poste ed al ministero della Pubblica Istruzione dei risultati del corso 1978-1979, Granato dice fra l'altro:

«Ringrazio le autorità scolastiche che non hanno posto ostacoli all'iniziativa». La frase è emblematica. In effetti il Direttore delle locali scuole, professor Francesco Innino, pur non essendo un filatelista, è convinto della bontà di questo corso, ma dai «signori di Roma» e da quelli che gerarchicamente stanno a metà strada non è venuto alcun appoggio, nemmeno morale. E' già tanto che «non abbiano posto ostacoli all'iniziativa».

Sono stato a Taggia qualche mese fa a tenere una conversazione con i ragazzini di V, tutti entusiasti, come è entusiasta il loro «monitore». Filatelicamente parlando meriterebbero qualche cosa di più di una scoraggiante «non ingerenza» nella loro attività extrascolastica.

Ed ecco il programma del «Corso di educazione filatelica» che Granato ha tenuto a Taggia:

1. La fitatelia è un intelligente impiego del tempo libero.

2. Antichi servizi di Posta.

3. Perché nasce il francobollo.

4. Come nasce un francobollo.

5. Tipi di francobolli (ordinari, commemorativi, P. Aerea, ecc.).

6. Analizziamo un francobollo.

7. Come organizzare una collezione (per Paese, tematiche, ecc.).

8. Gli attrezzi.

9. Il lavaggio.

10. La conservazione.

11. Gli interi postali.


 Dalla Spagna una Bueno idea!

Mario Bueno, professore di lingua tedesca, giurato tematico internazionale, ha riferito alla «Turipex 79» su una sua esperienza fatta ad Oviedo (Spagna) con una classe di 30 ragazzi tra i 10 ed i 12 anni. Approfittando di un'ora libera alla settimana, a causa di un «buco» venutosi a creare a seguito di una modifica al programma scolastico, ha tenuto un corso di filatelia che è durato da ottobre a maggio. L'aspetto interessante sta nel fatto che il corso, ed il saggio finale, sono stati impostati non già su una collezione tematica, ma bensì sull'impiego postale dei francobolli più comuni di Spagna e sugli annulli a mano e meccanici in uso nel periodo del corso. Alla "Turipex" ha mostrato la collezione che è stata approntata dai ragazzi utilizzando tutto il materiale ricevuto dalle rispettive famiglie con la corrispondenza quotidiana, oltre a materiale — sempre comunissimo — fornito man mano da amici. Interessantissimo anche un «calendario» contenente gli annulli di ciascuno dei giorni del periodo di durata del corso, un gioco che, divertendo, ha suscitato lo spirito di ricerca dei ragazzi (che hanno scoperto anche errori e anomalie negli annulli esaminati). Soprattutto notevole il fatto che Mario Bueno sia riuscito ad interessare i ragazzi con uno studio dell'impiego postale del francobollo e non con le solite tematiche (spesso usate a sproposito) o, peggio, con le figurine colorate di certi Paesi che tutti conosciamo.

Piccola bibliografia filatelico-scolastica

Un'associazione per insegnanti e studenti

 

Nel 1971 il professor Antonio De Lorenzo fondava e Firenze la ANIF (Associazione Nazionale Insegnanti Filatelisti), diventata nel 1976 ANISF (Associazione Nazionale Insegnanti e Studenti Filatelisti). La sede è in Via di Ripoli 207/C- 50126 Firenze. L'ANISF ha esclusivamente scopi culturali e mira a diffondere la filatelia fra i giovani, nelle scuole, come sussidio didattico e complemento illustrativo delle lezioni di qualunque materia. Organo dell'ANISF èe il notiziario trimestrale «Filatelia Didattica», che compare nel corpo della rivista. «Firme Nostre». Negli ultimi numeri trovo articoli, oltre che del professor De Lorenzo, anche di Renzo Marlani, Massimo Settimelli, Michele Giampietro, Gennaro Perrotta. Assai interessante il «Questionario» sulla filatelia didattica: dalle risposte potrebbero essere tratte utilissime informazioni statistiche sull'argomento.

 

Il professor Antonio De Lorenzo è autore del capitolo «La filatelia come mezzo didattico» sulla Enciclopedia dei Francobolli, edita dalla SADEA-Sansoni

Ma che mi risulti nulla è mai stato fatto in forma continuativa e sistematica e nulla che abbia superato lo stretto ambito locale, che dico, spesso di una singola scuola. Il che conferma che la scuola, per conclamati precedenti, è completamente àtona al bussare della filatelia.

Da tutte le esperienze fatte, si direbbe che l'arco scolastico che si ritiene più favorevole per lo sfruttamento del francobollo come mezzo didattico vada dalla III classe elementare alla III media. Ovviamente ci sono eccezioni al di là dei due estremi: Saverio Bocelli ha per esempio esemplificato l'uso del francobollo come sussidio didattico anche nelle primissime classi elementari; Gabriella Patuelli, su «La Sfida», aveva esposto le sue esperienze sulla filatelia come sussidio didattico in una scuola elementare speciale; Esperia Doldi («La Sfida», 28.2.1967) aveva addirittura trovato utile ed interessante valersi del francobollo nelle scuole per l'infanzia (cioè per bambini in età prescolare).

Mancando qualsiasi iniziativa scolastica, è logico che la formazione dei giovani filatelisti avvenga, in Italia, in maniera estemporanea, in genere lasciando che essi si raggruppino intorno ad un embrione, che può essere un giovane che ne trascina altri o un adulto di buona volontà che ha qualche successo nella sua azione di proselitismo, oppure — caso più comune — nel Circolo filatelico locale. La scuola, con il suo naturale orientamento alla cultura di massa, potrebbe invece indirizzare i giovani alla filatelia nel senso giusto, ovviando a quella deleteria tendenza di una percentuale troppo elevata di ragazzi che, non appena avviati alla filatelia dai rispettivi circoli, pensano subito alla competizione, cioè alle mostre ed alle medaglie, stuzzicando cosi anche le ambizioni degli adulti che li guidano.

La filatelia nella scuola dovrebbe estrinsecarsi proprio nella forma che ritengo più congeniale per i giovani e che elimina la competizione individuale, influenzando an­zi favorevolmente un'altra qualità che I ragazzi dovrebbero potenziare: lo spirito di corpo. Intendo parlare delle collezioni collettive, nelle quali non sparisce il lavoro individuale ma bensì, sommandosi a quello degli altri ragazzi, si moltiplica nel risultato. L'esempio, purtroppo pressoché unico ai nostri giorni, della III Classe della Scuola «Muzio» di Milano e quello, sul quale non ho più dettagli, della maestra Ada Mainetti di Broni (che presentò più volte una collezione «di classe» nelle mostre degli anni sessanta), sono la prova evidente di ciò che si potrebbe raggiungere: interessare i ragazzi ad una ricerca, anzi a vari tipi di ricerca. La collezione potrebbe progredire .con loro e rispecchiare il progressivo arricchimento del loro bagaglio culturale. Se si deve parlare di competizione, il concorso collettivo lo vedo molto meglio del concorso individuale; comunque, ripartendo gli sforzi, diminuisce anche la difficoltà di reperimento del materiale e permette di incaricare della ricerca i ragazzi più versati in questo o quel settore, mentre della presentazione finale — dopo l'addestramento collettivo — possono occuparsi quelli che meglio sono versati nella calligrafia e nel disegno. Dario Barbieri, che diede l'assistenza filatelica ai ragazzini della Classe III «Muzio» ha descritto il suo metodo e le sue esperienze sul n. 5, maggio 1977 de «La Tribuna del Collezionista».

L'idea di una collezione collettiva, del resto, non è nuova. Giuseppe Vignale, fin dal 1947 («Il Bollettino Filatelico», n. 1, gennaio 1947), propugnava — accanto all'ora settimanale di filatelia — anche l'idea di una «collezione di classe o di istituto, curata da tutti, sotto la guida di un professore o, meglio, di un alunno addentrato nella grande selva filatelica».

E all'estero, cosa si fa?

Se mi mettessi ad elencare tutte le iniziative, ci vorrebbe un intero numero di questa rivista. Ci provò Danilo Bogoni, attorno al 1970, su «Filatelia Italiana», segnalando nella sua rubrica «Giovani» l'attività dei vari Paesi. Ci ho riprovato anch'io, dieci anni dopo, riassumendo su «Cronaca Filatelica» (n. 30, aprile 1979) i molti elementi che avevo raccoto un anno prima alla XIII Conferenza Internazionale della «Commission Jeunesse» della FIP, a Lussemburgo. 

Chi vuole può rivedersi quei riferimenti telegrafici. Rileggendo i miei appunti, rilevo che nessun Paese aveva incontrato, da parte delle autorità scolastiche superiori, la stessa ignavia e lo stesso disinteresse che noi abbiamo sempre trovato in Italia. Vorrei invece dare alcuni riferimenti su pubblicazioni esistenti all'estero, non già generiche sulla filatelia giovanile, ma specifiche sulla filatelia scolastica, scritte appositamente per fornire esempi di utilizzo didattico dei francobollo.

 In Italia, purtroppo, manchiamo di un'opera organica sulla filatelia per la scuola. L'unica trattazione continuativa e sistematica, che meriterebbe di essere raccolta in un libretto, è la serie di articoli «Filatelia e Didattica», a firma di Saverio Bocelli, pubblicata su «La Tribuna del Collezionista» negli anni 1977-1978. Bocelli ha trattato dell'impiego dei francobolli non già come «sussidio didattico», ma come vero e proprio strumento applicabile al normale programma scolastico nelle prime classi elementari, partendo da una serie di giochi con francobolli (che tengono desta l'attenzione dei bambini e contribuiscono alla loro formazione psichica ed intellettiva), fino a trasferire l'uso del francobollo nelle materie di insegnamento

Rimarrebbe ora da enunciare quello che c'è da fare : tutto. Il primo passo, però, non può che essere una dimostrazione di attenzione e di interesse nei confronti della filatelia da parte del ministero della Pubblica Istruzione. Dopo di che si potrà fare tutto quello che si vorrà: le strade sono molte ed in tutte le province non sarà difficile trovare qualcuno (basta contattare i circoli) che possa innescare il contatto. L'Associazione nazionale degli insegnanti filatelisti, del resto, è già potenzialmente il nucleo che si potrebbe mettere in moto per organizzare questo auspicato new deal in maniera sistematica.

Se invece disconosciamo alla filatelia le sue caratteristiche peculiari di istruzione, di formazione, di organizzazione, di ordine, di studio e di ricerca, possiamo anche chiudere il discorso: la scuola continuerà ad andare avanti (si fa per dire) con i suoi sistemi e con i suoi programmi tradizionali e la fila­telia cercherà di catturare i giovani con altri mezzi e battendo altri marciapiedi.

 

Vorrei concludere riportando il pensiero del professor Enea Bernardi dell'Istituto di Pedagogia dell'Università di Firenze («La Sfida», n. 2/1966):

 «Ecco il valore reale di un francobollo: uno strumento significativo e gratificante che personalizza il rapporto tra giovani di lingua e razza diversa; un mezzo internazionale di conoscenza, di comprensione e di tolleranza; un sussidio didattico di facile uso e di poco costo, mai freddo ed Impersonale, valido per le intrinseche motivazioni culturali ed affettive... Il francobollo ha, per il ragazzo che l'ha raccolto, un carico magnetico di grande evocazione e offre la possibilità di insegnamento a tutti i livelli scolastici; la scuola deve favorire a mezzo della corrispondenza interscolastica questa attività di raccolta, di catalogazione, di studio e di ricerca. Una buona collezione di francobolli rappresenta in una classe un ottimo repertorio di storia, di costume e di civiltà umana».