interventi 

di

Dario Barbieri e Antonio Sorrentino

( La tribuna del collezionista - maggio 1977 )

Sorpreso, meravigliato e lusingato per la pubblicità che il Sig. Valente ha voluto dare all'iniziativa della « Terza E » mi sembra quanto meno doveroso essere fra i primi a raccogliere l'invito alle proposte ed ai suggerimenti.

Premesso che condivido appieno la critica al... « quasi niente » che Scuola e Poste fanno per completare la « Giornata del francobollo », vorrei tuttavia ricordare che di iniziative di « filatelisti » per la propaganda filatelica ne esistono parecchie sia a livello « scuola », sia a livello « oratorio » e, soprattutto, a livello « sezione giovanile » dei Circoli Filatelici.

In genere si tratta di conferenze più o meno generiche sulla filatelia e sulla storia postale.

Il tentativo in corso alla Terza E della Muzio è più complesso.

Si è partiti da questa base per arrivare all'idea di una « Collezione di Classe ». Per questo non basta la volontà di « fare » dei singoli filatelisti: è necessario il massimo d'entusiasmo da parte dell'Insegnante o del Professore (nel nostro caso della Sig.ra Chioatto) e dei bambini.

La scelta del tipo di collezione é stata per noi automatica: non tanto perché sono un fervente assertore della filatelia tematica, ma perché, questo tipo di filatelia è quanto di più vicino ad un bimbo di nove anni che si cimenta con le sue prime ricerche.

La scelta del programma scolastico, sia pure nella sua vastità, è dovuto invece ad una esigenza didattica: abbiamo cioè voluto che il materiale filatelico divenisse un supporto alle lezioni. — Un argomento più specifico avrebbe portato all'approfondimento di un « tema » particolare, avrebbe affaticato i bambini ed accresciute le difficoltà (prima fra tutte quella di trovare un tema di interesse comune a ventisette bambini).

 

Per la realizzazione della collezione e per utilizzare il numeroso materiale che ci è staio inviato dagli amici del CIFT (colgo nuovamente l'occasione per ringraziarli tutti) abbiamo deciso di procedere, nella stesura dei testi, sulla base del materiale disponibile. Si è volutamente rinunciato a tutta la fase filatelica di ricerca dei pezzi sia per non affaticare i bambini sia per la evidente difficoltà, a nove anni, a sfogliare cataloghi stranieri tipo Yvert, Mitchel et similia.

Il metodo usato ha, di volta in volta,accresciuto l'interesse di tutta la classe sollecitando lo spirito d'osservazione di ogni singolo bambino e mettendo in risalto l'innata facoltà di sintesi per la stesura dei testi.

Attualmente,   per   la   preparazione degli altri fogli, i bambini, suddivisi in piccoli gruppi, ricevono insieme al materiale filatelico (in quantità superiore alle esigenze del singolo foglio) alcune  domande, curate e preparate dall'Insegnante, sull'argomento da trattare.

Le risposte a questi interrogativi sono la base per la stesura dei testi.

Questa la cronaca del lavoro che stiamo portando avanti.

La validità didattica mi sembra evidente ma, su questo punto, non voglio pronunciarmi nè, probabilmente, sarei in grado di giudicare. Altrettanto evidente mi sembra però che noi « filatelisti », soli,   difficilmente   potremmo   portare avanti un programma del genere senza l'indispensabile apporto di capacità e conoscenza pedagogica, di impegno, di entusiasmo, di collaborazione, di psicologia da parte dell'Insegnante.

Come filatelista mi resta l'enorme soddisfazione di avere vissuto questa meravigliosa esperienza: un conto è l'essere padre di due figli di età diversa, un altro è diventare « papà » di 27 bambini della stessa età ma completamente diversi l'uno dall'altro nel carattere, nelle attenzioni, nelle osservazioni, nella personalità.

Un premio alle fatiche ed al lavoro che sosteniamo lo abbiamo fin d'ora dall'applauso con cui i bambini accolgono il completamento di ogni nuova pagina.

Un premio maggiore lo avremo quando leggeremo la gioia e l'orgoglio su quei loro musetti alla loro prima esposizione.

Il premio più grande spero di averlo in futuro, quando, scorrendo l'elenco dei partecipanti ad una « Juniores » scoprirò il nome familiare di uno di questi magnifici ventisette ragazzini.

Dario Barbieri


Egregio direttore,

COME EX INSEGNANTE E COME FILATELICO HO LETTO SUL Suo mensile « La Tribuna del Collezionista » di questo mese il Suo appropriato servizio « La filatelia nelle scuole », il che mi offre l'occasione per esprimere alcune osservazioni e non per l'articolo anzidetto ma per quanto ci si promette da parte degli organi governativi in occasione della « Giornate del francobollo ». Di « Giornate », di « Feste », di « Campagne » ce ne sono state e ce ne saranno, specie nella scuola, ma con quali esiti positivi e duraturi? Lei giustamente dice ». Passata la festa, gabbato è il santo »! L'età e l'esperienza ci hanno ben impresso nella mente solo come vanno a finire certi propositi... (vedi Festa degli Alberi, Festa della Montagna, Problema ecologico, La strada, Gli sports, ecc).

Ritengo il francobollo cosa estremamente seria perché investe tutto lo scibile; in esso è riflessa la storia e la civiltà di un popolo. E qui è la nota dolente! Spesso il nostro Poligrafico o chi per esso si concedono delle imperdonabili distrazioni, delle improvvisazioni, delle leggerezze, delle frettolosità ed altro che risultano particolarmente nocive.

Che cosa fa la scuola per queste annuali « Campagne », « Feste » e « Giornate »? Offre solo parole ed anche a fiumi! « Verba volant », dicevano i latini e noi oggi, a distanza di secoli, ripetiamo. Il tempo, inoltre, la critica costruttiva, l'esempio ed altro non servono a nulla?

La parte visiva ed estetica, la chiarezza, carta e gommatura buone, vignette, riproduzione, e disegni piacevoli ed appropriati, timbri ed annulli nitidi, tempestività nel recapito, formato e prezzo del francobollo, i non clientelismi e spirito di parte sono i fattori essenziali per avvicinare tanti alla filatelia.

Nei testi italiani e stranieri ed in Televisio­ne (vedi sera del 26 corrente) si abbonda in giudizi concordi e positivi su Cavour. Ebbene solo le Poste lo ignorano! Perché? Non una sola immagine sul grande statista mentre per Garibaldi e Mazzini tante! Ancora ignorati o non messi in dovuta evidenza rimangono molti altri personaggi illustri italiani, monumenti, opere, storia, avvenimenti ed altro. Per molti commemorativi poi perché un sol francobollo, e nemmeno chiaro a volte (vedi Tommaseo) e non invece una serie illustrativa? E, « dulcis in fundo », all'ultimo della serie negativa, al più recente, cioè Pietro Micca. Peggio di così non si poteva commemorare un importante episodio storico ed un personaggio eroico! A che vale programmare le emissioni dei francobolli? Che cosa decide la Commissione per la valutazione dei bozzetti? Le critiche e le osservazioni dovrebbero migliorare il servizio e invece...

Molto ci sarebbe ancora da dire ma non voglie sottrarle altro tempo e spazio.

Grazie per la cortese ospitalità ed auguri per la Sua fattiva attività filatelica in campo scolastico. Siamo convinti che una migliore e più completa formazione culturale nella scuola prima ed a tempo libero poi viene anche dal francobollo!

Distinti saluti.

ANTONIO SORRENTINO