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Interi

Sono emissioni in cui un'impronta di valore simile ad un francobol­lo è stampata su supporti cartacei adatti a contenere, oltre all'indirizzo del destinatario e del mittente, anche messaggi scritti. Si tratta di cartoline postali, biglietti postali, aerogrammi e di altri oggetti simili, che consentono di acquistare alle Poste oltre al francobollo anche la carta su cui scrivere. Ebbero un uso enorme nel passato in tutto il mondo; spesso avevano tariffe più favorevoli delle lettere. Grazie al grande formato, a volte contennero messaggi propagandistici, celebrativi o pubblicitari.

 Hanno classificazione a sé stante su cataloghi appositi in quanto per ogni nazione, Italia compresa, i tipi, le emissioni, le sovrastampe, le diversità successive sono numerossime tanto da consentire collezionismo autonomo, indipendente dai francobolli. La specialità è detta "interofilia".

Affrancature meccaniche

Fin dal 1927 in Italia e prima altrove, i francobolli possono esser sostituiti con affrancature effettuate con macchine apposite che, mediante punzoni inchiostrati con cifre componibili, stampigliano gli ammontari richiesti. Le poste hanno poi dei sistemi di controllo per verificare l'importo totale stampato con queste macchine ed ottenerne il relativo importo. Queste impronte sono talvolta accompagnate da pubblicità o da scritte di vario tipo. Queste macchine affrancatrici si sono col tempo moltiplicate specialmente nel settore commerciale ed industriale (grandi utenti postali) ed hanno sostituito l'uso più scomodo e lento del francobollo, coprendo oggi un volume postale molto maggiore di quello affrancato in francobolli.

Il collezionismo non ha rinunciato a questa enorme quantità di posta ed alle infinite combinazioni di cifre, di disegni e di scritte che con le macchine sono state stampate sugli invii postali ed ha creato una sezione collezionistica speciale dedicata alle affrancature meccaniche, detta "meccanofilia" che possiede cataloghi e classificazioni proprie ed ha migliaia di appassionati.

Le poste stesse, italiane e di altre nazioni, si sono sempre più attrezzate di macchine affrancatrici per molte operazioni di accettazione agli sportelli. Anche queste sono oggetto di collezionismo che però è più complesso perché le informazioni sulle macchine utilizzate, sostituite, rinnovate, modificate al servizio degli uffici postali non sono agevoli da ottenere.

Altro

Sui cataloghi dedicati al nostro paese, e in quelli di molte altre nazioni, in piccole sezioni separate vengono anche classificati particolari francobolli o marche che nel tempo nacquero e morirono.

Spesso si tratta di materiale collezionabile raro e costoso ma dalla modesta rilevanza specialmente nel contesto in cui ci troviamo, per loro il loro limitato uso e per la loro scarsa presenza sul mercato filatelico.

Per l'Italia si possono ricordare ad esempio i segnatasse per vaglia, le marche per i libretti di ricognizione postale, le marche assicurative postali eccetera. È bene sapere che esistono ma conoscenze più approfondite sono adatte ad   allievi più avanzati.

Nel tempo comunque si sono verificate alcune vicende filateliche rilevanti in Italia e altrove che meritano un piccolo accenno in quanto talvolta entrano nel contesto collezionistico e nel linguaggio filatelico comune.

In primo luogo i francobolli non emessi. Si tratta di francobolli progettati, in qualche caso stampati anche in rilevanti quantità ma che non raggiunsero mai la distribuzione e che non furono mai ammessi al consumo postale, per diverse cause: ritardi, cambiamenti istituzionali, errori... Qualche esemplare ha comunque raggiunto i collezionisti e pochissimi riuscirono ad essere utilizzati per posta. Di solito sono rari e costosi in qualsiasi forma.

 

 

Ricordiamo poi le prove ed i saggi: le prime sono esemplari sperimentali (anche diversi dai francobolli definitivi) prodotti in quantità modestissime per consentire la scelta della stampa, per controllare l'incisione delle matrici di stampa o per scegliere i disegni ed i colori nelle vignette, mentre i secondi sono esemplari definitivi perforati o sovrastampati con la dicitura "saggio" (per molte nazioni la dicitura è "specimen" o altra) che le poste hanno utilizzato per presentare i francobolli che stavano per emettere alle autorità pubbliche o per usi documentai interni. Le prove sono ancora oggi effettuate dalla stamperia di Stato italiana per ottenere un prodotto qualificato, mentre i saggi non sono più prodotti da molti decenni. La presenza di prove e saggi nelle collezioni filateliche (gli ultimi anche in usi postali su corrispondenza) nobilita molto l'insieme, ma essendo questi speciali francobolli molto costosi, rari e ricercati solo da grandi specialisti, non sono né necessari né rappresentativi nelle collezioni didattiche o iniziali.

Talvolta si trovano anche degli usi postali impropri di marche fiscali su corrispondenze viaggiate e non tassate, valori che non hanno in genere validità di affrancatura postale, ma che nel passato, o per errore degli ufficiali postali o per necessità, sono passate per posta in sostituzione di francobolli. Questi usi sono perfettamente classificati in sezioni apposite dei cataloghi, hanno un buon valore economico e non sono comuni. Molti altri usi di marche fiscali al posto di francobolli sono possibili anche oggi sulle corrispondenze quotidiane ma rappresentano soltanto delle frodi postali, ed anche se possono essere oggetto di collezionismo specializzato, non hanno molto interesse e valore. L'uso dei fiscali deve essere giustificato da emergenze o da storie postali note.

Esistono anche numerosi francobolli di molte nazioni, compresa l'Italia, che hanno subito soprastampe illegali, private, di fantasia o per ricordare avvenimenti particolari, che sono dall'aspetto ingannevole per la loro somiglianza a quelle autentiche e storicamente effettuate

 

Questi francobolli  non hanno alcun valore filatelico e non possono esser introdotti nelle collezioni impegnate e da esposizione. Si riconoscono perché non sono riportate in alcun catalogo filatelico. A questo filone di fantasie filateliche devono anche essere aggiunti francobolli creati da commercianti filatelici in nome di nazioni mai esistite o per governi fantasma in esilio.

A questi si aggiungono numerosi francobolli di stati di scarsa o nulla consistenza culturale con popolazione alfabetizzata quantitativamente irrisoria, la cui corrispondenza è pressoché nulla, stampati con l'aiuto esterno di avventurieri filatelici in milioni di esemplari, con vignette accattivanti e con soggetti di moda per ottenere dal mercato filatelico un forte guadagno. I francobolli di questo tipo, seppur legali, sono bollati dalla comunità filatelica come emissioni nocive non adatte al collezionismo, tanto meno quello dei giovani in fase educativa e formativa. Il fenomeno è piuttosto rilevante in quanto, da un elenco recentemente pubblicato, gli stati fantasma o filatelicamente irrilevanti con emissioni di fantasia sembrano essere stati nel tempo oltre 200. La possibilità di distinguere questo materiale inutile, anzi nocivo, da quello adatto al collezionismo sta nella loro assenza dai cataloghi.

I francobolli falsi sono esistiti in tutte le epoche ed hanno un forte interesse filatelico specialmente se si trovano su buste viaggiate per posta. Esistono falsi per frodare la posta che si trovano prevalentemente su busta o su frammento e falsi per ingannare i filatelisti che si trovano generalmente solo nuovi. I cataloghi segnalano sempre questi francobolli ma spesso non li quotano per la loro rarità.