L' Iliade racconta gli avvenimenti del decimo e ultimo anno della lunghissima guerra tra Greci e Troiani. La narrazione, dopo il proemio contenente l'invocazione alla Musa, si apre sul campo greco, colpito da una terribile peste che rischia di decimare gli Achei, favorendo la vittoria dei Troiani.
L'antefatto
II lettore di oggi, come l'ascoltatore dei tempi antichi, è così introdotto nel bel mezzo di una vicenda che vedrà scontri tra eroi, interventi divini, pianti di padri e di vedove per i caduti. Tuttavia, egli non viene informato sui motivi per i quali si combatte. In realtà, gli antichi conoscevano l'antefatto di questi scontri fin dall'infanzia. Per conoscere la storia, bisogna fare un salto all'indietro nel tempo e salire in vetta all'Olimpo, il monte considerato la dimora degli dèi. Qui un giorno, durante un banchetto di nozze, Eris, la dea della discordia, lancia una mela d'oro, su cui sta scritto «Alla più bella», in mezzo a tre dee: Afrodite, dea della bellezza e dell'amore, Atena, dea della sapienza e della guerra, ed Era, la bella moglie di Zeus e regina degli dèi. Poiché le dee non riescono a stabilire a chi spetti la mela, decidono di farsi giudicare da un mortale e scelgono Paride, figlio del re di Troia Priamo. Ogni dea, per assicurarsi la vittoria, gli promette di nascosto un premio: Era offre il potere, Atena la sapienza e la gloria in guerra, Afrodite l'amore della donna più bella del mondo. La scelta di Paride cade sull'ultima dea. Così, quando il giovane è ospitato a Sparta dal re Menelao, si innamora, corrisposto, della regina Elena, considerata da tutti la donna più bella del mondo. Nonostante sia ospite del re, rapisce la bella Elena e la porta con sé a Troia: da questa scintilla, secondo la leggenda, ha avuto origine la guerra tra Greci e Troiani.
Lo scoppio della guerra
Menelao, per vendicare l'affronto, riunisce i principi di tutte le regioni greche sotto il comando del fratello Agamennone. I Greci, con più di mille navi e più di centomila uomini, si dirigono verso Troia, difesa da un numero più limitato di forze militari, e la cingono d'assedio. Si pensava che lo scontro si sarebbe risolto a favore dei Greci nel giro di poco tempo, invece incomincia una vera guerra.
La peste
Quando inizia la narrazione dell'Iliade, siamo già al decimo anno di ostilità e sul campo acheo si è abbattuta la peste, mandata dal dio Apollo per vendicare l'offesa ricevuta dal suo sacerdote Crise. Egli era stato cacciato da Agamennone quando, in cambio di ricchi doni, gli aveva chiesto la restituzione della figlia Criseide, una bella e nobile prigioniera troiana, divenuta la schiava preferita del sovrano. I Greci non sanno che questo è il motivo della sciagura che ha colpito il loro accampamento, finché l'indovino Calcante non lo rivela a tutti durante un'assemblea. Allora Agamennone è costretto a restituire Criseide al padre per placare l'ira del dio Apollo, ma in cambio chiede la schiava preferita del valoroso Achille, Briseide.
L'ira di Achille
Achille non può rifiutarsi, ma, di fronte a tanta prepotenza, decide di non combattere più . È proprio l'ira di Achille a segnare un primo punto di svolta nella narrazione. Senza il più eroico dei guerrieri greci, la guerra continua con numerosi scontri che, tra alterne vicende, vedono complessivamente vittoriosi i Troiani. Guidati dal grande Ettore, questi giungono addirittura ad appiccare il fuoco ad alcune navi e a ferire eroi come Ulisse, Diomede e lo stesso Agamennone
.La morte di Patroclo
Proprio quando sembra che la guerra si stia avviando a una conclusione favorevole per i Troiani, si verifica un episodio decisivo: Patroclo, il più caro amico di Achille, lo convince a prestargli la corazza e le armi per portare scompiglio nell'esercito troiano e seminarvi il terrore. Patroclo, scambiato per Achille, causa morti e feriti grazie alla sua forza e al suo valore, finché non è ucciso da Ettore, aiutato da Apollo
Il ritorno di Achille
La disperazione e l'ira per la morte dell'amico spingono Achille a ritornare in battaglia per vendicarlo. Con le nuove armi preparategli da Efesto, dio del fuoco, Achille, che appare ancora più invincibile, ribalta le sorti del conflitto a favore dei Greci.
La morte di Ettore
Quando, infine, giunge il momento stabilito dal Fato, Achille si scontra con Ettore, lo uccide e senza alcuna pietà ne trascina il cadavere, attaccato al suo cocchio, intorno alle mura di Troia. L'eroe greco proverà poi compassione per Priamo, il padre di Ettore, quando questi con parole commoventi gli chiederà la restituzione del corpo del figlio. Con il funerale di Ettore si chiude il poema
*****************************
Il cavallo di Troia
Quale sarà l'esito della guerra? Di nuovo, l'Iliade non è molto esauriente, ma altri poemi, in particolare l'Odissea e l'Eneide, soddisfano la curiosità del lettore. La città di Troia viene espugnata grazie a un'idea di Ulisse: i Greci fingono di ritirarsi, di abbandonare l'accampamento e di allontanarsi sulle navi. In realtà, molti guerrieri si sono nascosti dentro un enorme cavallo di legno che lasciano davanti alle porte di Troia, come dono per la dea Atea. I Troiani introducono il cavallo nella città e si danno ai festeggiamenti per la fine della guerra. Durante la notte, però, i nemici escono dal cavallo e distruggono la città, dopo avere ucciso Priamo e i suoi figli e aver reso schiave le donne troiane.