7° centenario della
nascita di
GIOTTO
( 1267 – 1337 )
successivi. Il suo ruolo di caposcuola gli fu riconosciuto
perfino dai suoi contemporanei e rimane uno dei principi
basilari della storia dell’arte anche ai nostri giorni.
Parte della sua vita non è conosciuta, si perde talvolta nella leggenda e
molte sue opere sono andate distrutte per l’incuria dell’uomo
e del tempo, ma quelle rimaste, conservate nei musei o
restaurate ai giorni nostri, sono tra le massime espressioni
d’arte del mondo.
Nacque a Vespignano, vicino a Firenze, forse nel 1267 ma
nulla si conosce dei sua infanzia ; si sa però, quasi per certo
che, ancora fanciullo, fu allievo di Cimabue, dal quale
apprese i segreti della pittura e dove iniziò a interpretare il suo
nuovo modo di vedere i colori e la prospettiva. Le sue prime
opere, secondo una parte della critica, risalgono al 1285/95
e si trovano ad Assisi : si tratta degli affreschi nella
zona alta della navata della chiesa superiore di San Francesco che
raffigurano storie dell’antico e del nuovo testamento,
suddivise in gruppi tematici (“Storie di Isacco”, “Pianto sul Cristo
morto”, ecc.). In data succesiva ma incerta Giotto dipinse
“La Croce” di S. Maria Novella di Firenze. Tra il 1996 ed il
1300, con molti allievi, affrescò la parte inferiore delle
navate e la controfacciata della basilica di S. Francesco in Assisi
(“La leggenda di San Francesco”) con una visone più
battagliera che ascetica del Santo. Questo lavoro fu sospeso nel
1300 perché fu chiamato a Roma da Papa Bonifacio VIII per
realizzare alcuni affreschi e mosaici in Vaticano, oggi quasi
del tutto perduti. Tornato a Firenze produsse numerosi e
famosi quadri (Polittico di Badia, Madonna in trono, ecc.) e
alcuni affreschi anch’essi perduti. Nei primi anni del
1300, ebbe anche un soggiorno a Rimini dove influenzò l’opera
degli artisti locali che da quel momento ripresero il suo
stile e dove produsse “Il Crocifisso” del tempio malatestiano in
Ravenna. Nel 1304 assume l’incarico di affrescare la
Cappella degli Scrovegni a Padova, opera che più di altre oggi ha
una rivisitazione critica e culturale in quanto nel 2002 è
stata restaurata e appare in tutto il suo splendore. In quest’opera
grandiosa e suggestiva, suddivisa in tanti soggetti uniti
dall’azzurro intenso dello sfondo, si compendiano tutti i temi
religiosi, la dolce incisività del suo tratto, la
commozione e la spazialità dell’arte
Giotto, pittore e architetto toscano del 1300, è uno degli
artisti che tutto il
mondo riconosce ai vertici dell’arte figurativa di ogni
tempo. A Lui è
dovuta la nuova interpretazione dello stile romano e
bizantino che
caratterizzò tutta la scuola pittorica italiana della sua
epoca e dei secoli
di Giotto. Tornato a Firenze dal 1306 iniziò a produrre
altri dipinti e affreschi a
soggetto religioso attorniato da numerosi allievi e
collaboratori per diversi
palazzi e chiese dell’area fiorentina ma non dimenticò di
continuare ad assistere
i suoi allievi in Assisi (affreschi della cappella della
Maddalena), di tornare a
Padova, forse nel 1317, ove dipinse il Crocifisso della
Cappella dell’Arena e
alcune pareti del Palazzo comunale oggi scomparsi, e di
recarsi a Roma per
dirigere ed ispirare i suoi eredi artistici nella Pinacoteca
Vaticana (Polittico
Stefaneschi, ecc.). Tra il 1310 ed il 1325 Giotto ha la sua
massima produzione
di quadri, dipinti, affreschi, pale e polittici che oggi
arricchiscono i più
importanti musei del mondo (Storie dei due S. Giovanni, Il
transito della
Vergine, Piccole storie di Cristo,ecc., ecc.), opere che
sono in buona parte
riferibili alla sua mano ma a cui contribuirono anche molti
suoi allievi. Dal 1329
al 1333 operò a Napoli ove ogni suo lavoro però andò
perduto. Subito dopo ideò
ed eseguì in parte il polittico della Pinacoteca di
Bologna, diresse l’esecuzione
del polittico Baroncelli, dipinto da T.Galdi in Santa Croce
di Firenze e nel 1334
disegnò e avviò la costruzione del campanile del Duomo di
Firenze, poi
continuato da altri poiché la sua vita si interruppe nel
1337 a Firenze. La sua
opera è “ la summa” dell’arte figurativa del medioevo
perchè influenzò tutte le
scuole pittoriche del 1300 e innalzò la pittura italiana
all’ammirazione del
mondo.
Gesù e Giovanni, Cappella
degli Scrovegni, Padova
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