Un apprezzamento fondato |
di Beniamino Brocca
Quasi sempre le note esposte in margine ad iniziative, ad
eventi e a programmi di varia natura, sono sollecitate dai promotori e sono
edulcorate dagli estensori: un piccolo peccato di ipocrisia che si consuma su
tanti fogli della carta stampata.
Anche quando l'oggetto evidenzia lacune ed insufficienze, si preferisce
sorvolare posando lo sguardo su aspetti che incontrano un certo gradimento.
Nessuna delle due modalità denunciate riguarda la presente chiosa al progetto "La Filatelia nella Scuola". Infatti, le riflessioni che seguono, derivano dalla libera determinazione del commentatore il quale non ha riscontrato, nel testo in esame, omissioni ed incongruenze, nemmeno leggere comunque tali da provocare una benché timida perplessità. Il desiderio di esprimere un parere spassionato e disinteressato nasce da alcune precise ragioni che compendiano il senso di un fondato apprezzamento.
Innanzitutto, si percepisce che gli autori del progetto sono dotati di una aggiornata cultura pedagogica e didattica; cultura che traspare nel lessico appropriato, nelle argomentazioni convincenti, nelle scansioni ponderate e, soprattutto, nell'impianto generale il quale segue un filo logico privo di sbavature e ridondanze. Anzi, lo stile stringato ed essenziale è segno evidente di chiarezza teorica e di capacità operativa.
Il disegno, inoltre, palesa una struttura conforme ai criteri
di redazione stabiliti dall'amministrazione scolastica e riguardanti sia le
proposte di formazione in servizio per gli operatori della scuola, sia gli
interventi da attuare in favore delle cosiddette "zone a rischio",
comprese le azioni previste per l'impiego di fondi strutturali europei.
E' un esempio per tutti coloro che si sono cimentati e che si cimentano con il
dovere di elaborare dei progetti che abbiano una "ratio", dentro gli
argini dell'efficienza e della efficacia.
I dati, poi, che ottengono il massimo del consenso sono due: da un lato l'attenzione rovesciata rispetto al P.O.F. e indirizzata prevalentemente verso al domanda di istruzione e di formazione che proviene dai "cittadini della scuola", invece dell'offerta elargita a prescindere dai bisogni e dalle attese (questa impressione si desume indirettamente attraverso la lettura del "perché" del progetto) e da un altro lato la rete di sinergie e collaborazioni intrecciata tra i vari soggetti pubblici e privati operanti nel territorio.
Infine non sfugge il rilevante apporto che l'attività preventivata reca all'intero sistema. Si tratta di un impegno educativo che va oltre l'angustia di molte ipotesi sfornate dagli attuali reggitori della politica scolastica, sovente concentrate esclusivamente intorno alle conoscenze da fornire, distillate nei nuclei fondanti delle discipline. E la dimensione affettiva, emotiva e valoriale? Non c'è perché gli alunni e le alunne sono concepiti come una risorsa per la società e per lavoro e non come persone umane bisognevoli di uno sviluppo integrale, nella libertà. La correzione di questa parzialità è non solo una necessità culturale, ma anche un imperativo sociale.
On. Beniamino Brocca