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Il congresso di Ravenna

 

Domenica 27 settembre 1998 la Federazione ha ripreso a Ravenna la tradizione dei congressi filatelici italiani. Il titolo del 34° Congresso era : " La filatelia italiana oggi : problemi e prospettive " e il dibattito è stato particolarmente interessante per la  qualità dei temi e per l'eccellenza dei partecipanti.

I lavori sono stati aperti dall'on. Carlo Giovanardi che ha parlato de " L'importanza culturale della filatelia ".

E' seguito l'intervento dell'on. Giorgio Benvenuto che ha svolto il tema " Il gruppo parlamentare amici della filatelia : attività e programmi ".Il gruppo che è nato a giugno, si è incontrato con il Presidente federale Macrelli ed ha preso contatti con il Ministero della Pubblica Istruzione, per aprire dei canali per la valorizzazione della filatelia nella Scuola.

Tra gli interventi, da segnalare, a questo proposito quello  ampio ed articolato,di Marco Braghero del Ministero della Pubblica Istruzione  che ha parlato su " Filatelia e scuola".

Vi porto i saluti del ministro on. Luigi Berlinguer, che oggi non è qui con voi per impegni precedentemente assunti. Quando mi è stato comunicato che avrei dovuto partecipa­re all'esposizione nazionale di filatelia confesso che il primo pensiero, parafrasando il titolo di uno scritto di Bruce Chatwin è stato: che ci faccio lì?

Come è mio costume, mi sono posto delle domande di senso, dovevo capire il significato vero del mio essere qui con voi ora, della mia presenza, del perché il ministero, in particolare il capo dell'Ispettorato per il coordinamento delle attività giovanili dott. Luigi Calcerano e il gabinetto del ministro nella persona del consigliere dott. Federico Ottolenghi avessero deciso di delegarmi. Le domande di senso più immediate sono state:

• quale relazione può avere l'istituzione scolastica con la filatelia?

• in che modo possono essere coinvolti gli studenti, i docenti e le altre componenti della scuola?

• quali sono gli spazi normativi nell'ambito della scuola dell'autonomia?

• in che modo la filatelia può aiutare il processo di cambiamento in atto?

• che grado di trasferibilità formativa hanno le competenze specifiche della filatelia?

• può la filatelia motivare e sviluppare conoscenze culturali nei diversi ambiti (storia, musica, economia...)?

• il francobollo può diventare un oggetto di "cult" giovanile?

• la scuola può contribuire alla diffusione della filatelia? 

Infine mi sono chiesto che significato avesse per me la filatelia (la memoria mi suggeriva ricordi ormai remoti che poi vi parteciperò), in quanto non credo che si possa parlare di ciò che non si sa e più ancora di ciò che non si vuole conoscere. A questo proposito devo ringraziare il presidente Macrelli che tempestivamente mi ha inviato tutti i numeri di "Qui Filatelia", permettendomi così una full immersion nel mondo del francobollo, della storia postale, del collezionismo. Cercherò di rispondere ai quesiti fornendovi dapprima una comice istituzionale che spero possa far luce sul momento attuale della scuola italiana. La realtà dell'istruzione e della formazione del nostro paese sta attraversando un periodo di profondi e importanti cambiamenti. Spesso, dall'esterno, vengono percepiti in modo contraddittorio, qualche volta vengono letti come strumentali, e ciò vuol dire che abbiamo ancora molto da lavorare soprattutto sul piano della comunicazione. In ogni caso - la mia presenza qui lo conferma - la scuola si è mossa, si è aperta alle varie realtà sociali ed economiche del paese e nonostante le difficoltà oggettive che presenta una riforma dell' istituzione scolastica il mondo della scuola si è messo in gioco, ci sta provando. In che cosa consiste questa "rivoluzione copernicana"? Vi citerò solo alcuni punti qualificanti del cambiamento in atto. Legge 59 art. 214 sull'autonomia scolastica la cui sperimentazione è iniziata proprio quest' anno; nuovo esame di stato, dopo 29 anni, più rigoroso ma anche più rispettoso del vissuto dello studente (introduzione dei crediti formativi) e più vicino alle esigenze del mondo del lavoro e della produzione; elevamento dell'obbligo scolastico a 15 anni, primo passo per l'estensione dell'obbligo a 18 anni, un allineamento europeo ma soprattutto un primo riconoscimento del dirit­to allo studio; le preiscrizioni all'università al 30 novembre nel senso di una politica dell'orientamento fatta non tanto e non solo di informazioni bensì di impegno quotidiano, anno per anno, volto alla ricerca di una didattica orientativa, orientamento come parte fondamentale del percorso formativo. La direttiva M 133 e il conseguente DPR 567/96 (di cui parleremo) sanciscono il diritto alla partecipazione attiva alla vita della scuola da parte degli studenti con l'apertura delle scuole al pomeriggio (per attività integrative e complementari) con la realizzazione delle "consulte provinciali degli studenti" con la copertura finanziaria di dette attività e la scelta di puntare sugli studenti, sulla loro autonomia propositiva ed anche gestionale (per alcuni e specifici contenuti) la costruzione di un processo di cittadinanza. Infine, 1 ' approvazione dello statuto delle studentesse e degli studenti, che permetterà agli studenti di proporsi in termini di diritti ed esercitarsi a difenderli.

Queste non sono che alcune delle innovazioni in corso. In questo quadro si può pensare alla filatelia come uno strumento, un valido aiuto alla formazione dei giovani in quanto sviluppa alcune competenze ed alcune qualità quali: la libertà, la responsabilità, l'attenzione, l'impegno, la costanza. La filatelia può essere un divertente facilitatore di conoscenze in varie discipline: la geografia, la storia, l'economia... rappresenta una finestra particolare al mon­do della cultura e dell'arte, un diverso linguaggio per ricordare avvenimenti e uomini, sviluppa la capacità di sognare, permette di socializzare diverse esperienze in una dimensione interculturale, è un viaggio nell'uomo.

Oltre a queste brevi e senz'altro superficiali considerazioni, mi preme dimostrarvi come il quadro normativo presente possa aiutare lo sviluppo della filatelia. Il citato DPR 567 consente agli studenti di organizzarsi attività "complementari", di richiedere la presenza di un esperto, di associarsi, di progettare. In questo contesto è possibile inserire una presenza del mondo filatelico volto più alla realizzazione di progetti in comune, di esperienze concrete, che ad una informazione di tipo troppo cognitivo. Tanto più che dalla lettura della vostra rivista ho scoperto con piacere che il pianeta giovani, per quanto di difficile approccio, sia spesso presente.

Cito a memoria: settembre 1997 proposta "dell'open class" (ottima e vicino al mondo giovanile il permesso di raccogliere di tutto un po'); giugno 1997 polemica sulla medaglia di vermeil e non d'oro per i giovani, perché mai non dovrebbero avere un riconoscimento pieno come avviene in tutti i campionati giovanili di qualsiasi natura? Nel marzo 1997 si discute sulle serie tematiche e/o espositive: meglio queste o quelle per i ragazzi?  

Sempre nel marzo 1997 ci si chiede come convincere i docenti a collaborare;io vi ribalto il problema: come coinvolgere gli studenti che poi a loro volta coinvolgeranno i docenti?

Dobbiamo abituarci a favorire il lavoro di gruppo, gruppo dove docenti e studenti interagiscono e ognuno per le proprie competenze si assume delle responsabilità nei confronti dell'altro. Insegnare ad apprendere è la sfida, imparare ad imparare, ricordando che senza apprendimento non c'è insegnamento e che senza emozioni non si apprende. E ancora si parla del corso di base di filatelia e dei manuali relativi, bisognerebbe che questo materiale potesse circolare nelle scuole anche se avrebbe forse bisogno di una rivisitazione didattica per ottimizzarne l'utilizzo.

Questi esempi mi hanno convinto che si potrebbe realizzare insieme una serie di iniziative. Quando dico insieme dico: scuola, federazione filatelica e le sue associazioni, il ministero delle comunicazioni, le poste SpA, l'associazione dei parlamentari qui rappresentata. Il successo delle iniziative sarà nella capacità di integrare le varie risorse e di mettere in rete le varie esperienze. Il coinvolgimento del mondo giovanile passa obbligatoriamente per la loro attiva e fattiva partecipazione. In questo le consulte provinciali . degli studenti potranno essere fulcro strategico. Le ipotesi di lavoro sono:

1. Chiedere una emissione speciale di un francobollo (o di una serie) per il mondo della scuola preparato e scelto dagli studenti stessi. L'occasione potrebbe essere "la giornata dell'arte e della creatività studentesca" che si svolgerà in tutte le scuole d'Italia il 27 marzo prossimo. Questa giornata è di fatto la conclusione di tutto il lavoro fatto dagli studenti nei vari istituti durante l'anno nelle più diverse espressioni artistiche e creative. Gli studenti potrebbero lavorare intorno al progetto di un bozzetto, su soggetti scelti da loro, con l'aiuto di un vostro "monitore", le consulte dovrebbero coordinare la comunicazione e la raccolta dei lavori. Il 27 marzo i bozzetti verranno presentati a Bologna, sede centrale della giornata dell'arte.

2. Coinvolgere più istituti in una collezione collettiva che diverrebbe così il patrimonio della scuola. La collezione collettiva permetterebbe di raccontare la storia di quella particolare scuola in un modo diverso, che potrebbe generare forte identità e permettere agli studenti di avere una piccola radice in più oltre a un ulteriore patrimonio di conoscenze. La collezione non è mai fine a se stessa, spesso si accompagna alla ricerca, al desiderio, alla passione, alla scoperta, per questo può coinvolgere a tutte le età anche se in modi diversi e con motivazioni diverse.

3. Adottare un "popolo" instaurando una fìtta corrispondenza, fatta anche di francobolli come scoperta dell'altro. Un diverso sviluppo dell'educazione interculturale.

4. Creare uno spazio studenti sulla rivista: questo spazio in un primo momento potrebbe essere gestito dalle varie consulte d'Italia; è ovvio che la rivista dovrebbe raggiungere ogni scuola.

5. Potenziare il sito internet, gli studenti potrebbero suggerire come.

6. Sviluppare l'associazionismo istituendo un centro filatelico presso ogni consulta (sono 104, tante quante le province) sempre che gli studenti siano d'accordo.

7. Preparare corsi di formazione per tutor sviluppando un processo di pair education (educazione tra pari: i ragazzi insegnano ai ragazzi).

Spero di aver sollecitato la vostra fantasia sulle possibilità di questa collaborazione.

Vi ricordo che la scuola italiana sarà sempre più autonoma in scelte di questo tipo e che la qualità delle proposte sarà sempre più decisiva. Ogni istituto potrà diversificare, accettare o meno possibili coinvolgimenti. Molto starà alla capacità dei vostri organismi territoriali di mettersi in gioco ed essere presenti e disponibili, molto starà alla capacità dei diversi soggetti istituzionali di mettersi insieme per realizzare il progetto.

Ora posso raccontarvi di quando ragazzo, avevo poco più di 14 anni, mi feci "scippare" la mia collezione da un "rispettabile adulto collezionista" in cambio di una pistola scacciacani (con cui non sparai mai un colpo), un berretto da aviatore, un paio di guanti in pelle e altre porcherie del genere. Non vi dico la reazione di mio padre. Le domande che mi evocano quell'episodio sono: sarebbe successo se la scuola mi avesse aiutato a capire il valore? Si è mai pensato ad un codice deontologico dei collezionisti? Non hanno essi stessi un "dovere" formativo di fronte alle giovani generazioni?

Concludo ricordando una frase a me cara, di madre Teresa di Calcutta: "non permettere mai che qualcuno venga da te e vada via senza essere migliore e più contento".

 Oggi andrò via di qui, grazie a voi, migliore e più contento, mi auguro che per voi sia lo stesso.

Ecco l'intervento del Presidente Macrelli in risposta a quello di Marco Braghero:

Far arrivare il maggior numero di ragazzi a visitare le mostra che è costituita, fra l'altro, da una serie di pannelli che illustrano, la storia della posta, la filatelia e le varie possibilità di collezionismo che esistono, è il primo obiettivo della Giornata della Filatelia  Per questo i circoli stanno invitando i presidi delle scuole a mandare le loro scolaresche a visitare la mostra.

 Però ci dobbiamo parlar chiaro, se anche riusciremo a far visitare la mostra a qualche migliaio di giovani, ciò non basta; se, invece che in 12 sedi, riusciremo ad arrivare a 50 ciò vorrà dire che qualche decina di migliaia di ragazzi la visiterà; è un buon risultato. Però è un risultato che rischia di rimanere fine a se stesso perché è impensabile che, al giorno d'oggi, ad un ragazzo che viene a visitare una mostra, anche se fatta bene, anche se simpatica, accattivante e ricca di omaggi, venga improvvisamente la voglia di collezionare. Non è nè possibile, nè umanamente pensabile. La Giornata della Filatelia serve a far sapere che il francobollo c'è; i ragazzi oggi non sanno neppure più cosa sia un francobollo, non lo vedono più! I commemorativi nella corrispondenza non ci sono praticamente più, sono una vera araba fenice. Qualcuno ha fatto un'indagine sulla corrispondenza che arrivava nella propria azienda e ha scoperto che i commemorativi , se non ricordo male, coprono solo il 6% della corrispondenza, è un dato che fa riflettere. Certo i ragazzini i commemorativi non li vedono.

Cominciamo quindi a portare i giovani alla Giornata della Filatelia, faremo loro vedere cosa è il francobollo. Poi arriva il passo successivo. La relazione del prof. Braghero mi ha entusiasmato perché quello è esattamente ciò che avevamo in mente di fare.

 Una volta che i ragazzi hanno saputo che il francobollo esiste, cosa è, cosa ci si può fare, abbiamo bisogno di trovare a scuola qualcuno che conduca il discorso. Devo, per la verità, dire che le ipotesi fatte dal prof. Braghero sono andate oltre il nostro progetto. Abbiamo saputo cose che non conoscevamo; la consulta degli studenti non sapevamo bene cosa fosse; abbiamo avuto una serie di notizie estremamente utili e suggerimenti al riguardo.

Quindi passiamo ai programmi e alle cose da fare.

 Questo lo avevamo già detto nella nostra assemblea di aprile, lo avevamo fissato come programma prioritario per i prossimi tre anni: il lavoro sui giovani; la diffusione e lo sviluppo della filatelia verso i giovani. Direi che stamani abbiamo gettato le basi e le premesse per fare un lavoro serio e difficile, ma che, se ben fatto, può dare ottimi risultati.  loro è soprattutto un prodotto da vendere bene a tutti i loro clienti.

Vi ringrazio molto, tutti, relatori e partecipanti, e vi dò fin da ora appuntamento ad un nuovo incontro per verificare i risultati raggiunti.