Blocchi e foglietti
Si tratta di emissioni di francobolli in blocchi, in genere inferiori ai 12/20 esemplari, contornati da bordi di foglio su cui di solito sono stampate scritte commemorative.
Si tratta di blocchi quando i francobolli sono tutti uguali tra loro, mentre si tratta di foglietti quando gli esemplari congiunti dalla dentellatura o accostati dalla stampa (senza dentellatura) presentano vignette e/o valori diversi ed hanno un bordo di foglio tutt'intorno. Hanno scarsissimo uso postale in forma intera in quanto, nati in numero ridotto per occasioni soprattutto filateliche, o sono di troppo grandi dimensioni per le corrispondenze o il valore dell'insieme non corrisponde ad alcuna tariffa corrente. Comunque alcuni esemplari tratti da foglietti possono essere stati utilizzati su corrispondenze, separando i francobolli. Foglietti e blocchi interi, anche parziali, applicati su invii realmente viaggiati hanno un forte interesse filatelico. I foglietti hanno una sezione a parte sui cataloghi.
Francobolli per pacchi
In periodi di emergenza alcuni francobolli per pacchi, o anche le due sezioni separate, furono utilizzati eccezionalmente su corrispondenze epistolari dagli stessi impiegati delle poste che sono considerati piuttosto rari dal collezionismo storico postale. La classificazione è contenuta in pagine apposite dei cataloghi
Segnatasse
solo da parte delle poste e non degli utilizzatori in quanto non servivano per affrancare ma solo per pagare le multe postali per le affrancature insufficienti o altri diritti postali.
Oggi in Italia esistono ancora, ma per una legge del 1999 le corrispondenze insufficientemente affrancate non possono più esser tassate (devono essere rese al mittente o andare al macero) e quindi questi francobolli non sono più prodotti; le rimanenze rimangono in uso per assolvere altri diritti, come ad esempio la giacenza delle raccomandate o il fermo posta. Sono di formato piccolo ed hanno in genere vignette semplici contenenti delle cifre; furono prevalentemente applicati a corrispondenze inoltrate in buca con affrancatura incompleta per un ammontare pari al doppio dell'affrancatura mancante. Raramente ebbero uso postale in sostituzione di francobolli normali ma ciò accadde eccezionalmente solo in periodi di emergenza quando i francobolli per l'affrancatura si erano esauriti.
Il loro collezionismo si sviluppa più facilmente con esemplari nuovi ed usati sciolti, mentre è di estrema difficoltà realizzare collezioni di segnatasse su corrispondenza, specialmente del periodo classico perché rare e costose.
Marche per recapito autorizzato
Non sono veri e propri francobolli ma marche prodotte e distribuite dalle poste per pagare i diritti di concessione dei trasporto postale cittadino autorizzato ad agenzie di recapito e ad aziende private per sveltire il traffico postale di corrispondenza veloce (espressi) nell'ambito dei confini cittadini. Questo servizio nacque nel 1910 ma fu regolamentato soltanto nel 1928 con l'emissione di marche di servizio che pagavano soltanto il diritto di privativa delle poste sulla corrispondenza concessa al trasporto privato e che non assolvevano il costo del trasporto da pagare all'agenzia. Questa normativa è ancora in vigore oggi, ma è destinata a cambiare.
Le marche non sono quindi di consumo privato, e sono applicate sugli espressi per città soltanto dalle agenzie autorizzate dalle poste, le sole che possono acquistarle in quantità presso le direzioni postali locali.
Piccole
quantità sono anche
state
vendute dagli sportelli filatelici
delle poste per il collezionismo.
Anche se
nel mondo oggi esistono altre forme di pagamento per
assolvere i diritti di
privativa delle
poste pubbliche (per esempio
l'affrancatura
meccanica), l'istituto del
recapito autorizzato è rimasto
praticamente
inalterato nel tempo e le
relative marche sono caratteristiche
del nostro paese.
In alcuni rari casi del passato, in periodi di emergenza o per errore, alcune marche di recapito servirono per affrancare corrispondenze affidate alle poste ed hanno un notevole interesse storico postale. Anche in questo caso la classificazione sui cataloghi è autonoma e separata da altri francobolli o marche postali.
Marche per pacchi in concessione
Come il servizio postale pubblico ha la sua alternativa cittadina con il recapito autorizzato, anche il servizio dei pacchi fino ad un certo peso, riservato alla privativa delle poste pubbliche, ha la sua alternativa.
In passato moltissimi corrieri merci privati potevano trasportare pacchi riservati per diritto al trasporto postale pubblico in ambito nazionale se riconoscevano alle poste un diritto di privativa da assolvere con speciali marche dette "per il trasporto dei pacchi in concessione" da applicare in una certa misura sulle bollette di viaggio.
La regolamentazione di questo istituto partì nel nostro paese intorno al 1930 con il pagamento dei diritti di privativa a mezzo di marche da bollo e non con marche specifiche. Queste nacquero soltanto nel 1953 e furono prodotte fino al 1980 in similitudine ai francobolli per pacchi, ossia a due sezioni da utilizzare separatamente ma contemporaneamente sulle bollette in copia del mittente e del corriere.
Nel 1984 nacque l'ultima che fu realizzata eccezionalmente ad una sola sezione, molto simile ad un francobollo, che doveva esser applicata solo sulla bolletta restante nelle mani del corriere. Col 1990 circa, esaurite tutte le marche, il sistema fu soppresso e sostituito con una tassa cumulativa che il corriere autorizzato deve pagare in relazione al suo giro d'affari.
Il collezionismo di queste marche nuove ed usate è in parte trascurato e in parte difficile, specialmente su documento di trasporto in quanto le bollette su cui sono applicate le sezioni figlie delle marche sono troppo disperse e in gran parte distrutte dagli archivi privati ed aziendali in cui potevano prevalentemente trovarsi. Una sezione apposita segnala nei cataloghi la loro classificazione.