Guido nacque ad Arezzo, nell'attuale Lazio, nel 997 d.C circa, studiò e divenne monaco benedettino
nell'abbazia di Pomposa, presso Ferrara dove rimase qualche anno e dove apprese i primi rudimenti musicali.
Intorno al 1023 fu costretto a trasferirsi ad Arezzo probabilmente a causa di attriti sorti con i suoi confratelli,
derivati dalle innovazioni che sosteneva nel campo della musica sacra a cui si era appassionatamente dedicato.
Nel 1027 fu chiamato da Papa Giovanni XIX a Roma per illustrare i risultati dei suoi studi e, da quel momento
i metodi musicali da lui suggeriti vennero adottati dalla Schola Cantorum Pontificia. Fu poi traferito nel
convento camaldolese di Fonte Avellana per continuare i suoi studi e dove divenne Priore, ma nel 1030 morì
lasciando al mondo musicale una traccia indelebile. Guido d'Arezzo, anche se non tralasciava di insegnare a
memoria ai suoi allievi i canti e le musiche sacre, introdusse perfezionamenti fondamentali nel campo della
notazione musicale, al suo tempo molto incerta (la così detta notazione neumatica) che, attraverso indicazioni
approssimative, serviva da supporto mnemonico per ripetere la stessa musica in tempi successivi o per
trasmetterla ad altri. Scrisse il fondamentale trattato musicale intitolato
"Micrologus disciplinae artis musicae" in cui proponeva di modificare la
scala musicale allora esistente detta Esacordo (scala di 6 note) che regolava
le relazioni fra le note e gli intervalli. Guido, partendo da un canto gregoriano
dedicato a San Giovanni, stabilì di denominare le note musicali con le prime
sillabe dei 6 emistichi iniziali e da quel momento questo rimase il loro nome
per i musicisti che vennero dopo di Lui. Il canto diceva : "UT queat laxis /
REsonare fibris / MIra gestorum / FAmuli tuorum / SOLve polluti / LAbii
reatum Sancte Iohannes". Il "Si" fu aggiunto più tardi rispetto alle altre note,
unendo le iniziali di due parole dell'ultimo emistichio. Guido riuscì inoltre a
stabilire una chiara simbologia per scrivere e trasferire ad altri gli intervalli di
tempo tra le note consecutive di un canto o di una musica : inventò il
Tetragramma, ossia il rigo musicale composto da 4 righe orizzontali parallele
in cui dislocare le note, che divenne poi il Pentagramma (5 righe) quando alle
note musicali fu aggiunto il SI. Con questa grande trasformazione teorica,
avviò la pratica della solmisazione, ossia del solfeggio, rendendo possibile ai
cantori ed ai musicisti scolarizzati di intonare o di eseguire a prima vista i
canti e le melodie senza doverli imparare a memoria ascoltandoli dagli altri.
La musica ed il canto teorizzati da Guido d'Arezzo sono in realtà l'unico
linguaggio comune dell'umanità che non ha necessità di traduzioni per tutti i
popoli del mondo.
Guido d'Arezzo rimarrà nella storia del mondo perchè fu colui che
per primo, nell'XI secolo, pose le basi della moderna concezione
della musica. Secondo la tradizione viene ricordato come
l'inventore delle note musicali e padre del Pentagramma che da
quel tempo permisero di trasformare la musica da arte
prevalentemente mnemonica a scienza esatta.
Guido d’Arezzo
( circa 997 – 1030 )
Inventore della notazione
musicale scritta
Inno dei Vespri della Festa
di San Giovanni Battista
(24 giugno)
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