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TIZIANO
Vecellio
(1490 – 1576)
Carlo V ritratto da Tiziano davanti alla
carta geografica del mondo di Abraham Ortelius.
Ritratto di Francesco I
Re di Francia.
Tiziano Vecellio è considerato dalla critica artistica mondiale e dall'ammirazione popolare uno dei più grandi
pittori italiani del cinquecento, autore di numerosissimi quadri, vanto delle più importanti pinacoteche del
mondo. E' riconosciuto come il caposcuola della pittura manieristica veneziana che aprì la via a numerosissimi
altri artisti che lo imitarono dopo la sua morte. La summa delle sue opere è enorme perché riuscì a dipingere
nella sua "bottega" centinaia e centinaia di quadri di grandi dimensioni animati da numerosi personaggi e da
sfondi classicheggianti, utilizzando in buona parte l'opera degli allievi della sua scuola a cui assegnava compiti
artistici e che impostavano le opere ma che poi lui correggeva e ritoccava con l'intuito e la mano del genio.
Nacque a Pieve di Cadore nel 1490 circa ma avendo una spiccata vocazione artistica si trasferì giovanissimo a
Venezia alla scuola di Giovanni Bellini ove iniziò la sua formazione. A 18 anni passò alla scuola del
Giorgione dalla quale carpì la base del classicismo drammatico, il gusto dei soggetti, la prospettiva e la
plasticità delle forme e dei paesaggi che influenzarono tutte le sue opere. Del 1511 è la sua prima opera datata
"I Miracoli di Sant'Antonio da Padova" (Padova), seguita da altre non meno famose come "San Pietro e il
Vescovo di Pesaro" (Anversa) e "Noli me tangere" (Londra) in cui la scuola del Giorgione è ancora
ampiamente presente, ma in cui si vede anche l'influenza del realismo delle opere di Durer viste da Tiziano in
quegli anni. Tra il 1514 ed il 1515 dipinse due opere fondamentali quali "Le tre età dell'Uomo" (Edimburgo) e
"Amor sacro e profano" (Roma) avviando una serie di dipinti dal grande cromatismo e dalla forte espressività
che però sfuggono dalla drammaticità dei soggetti religiosi per i quali divenne famoso. Nel 1518 si assunse
l'onere di dipingere alcuni quadri per Alfonso d'Este tra cui il famoso "Bacco ed Arianna" (Londra) forse
ispirato dalle opere di Raffaello e Michelangelo ma immeditamente dopo si lasciò trasportare dal fascino del
ritratto creando un nuovo modo di concepire questo tipo di espressione artistica. I suoi ritratti sono a mezzo
busto e con le mani visibili. Tra questi bisogna ricordare "Ariosto" (Londra), "Cavaliere di Malta" (Firenze) e
"Uomo dal guanto" (Parigi). Grazie a questa sua disposizione, molti potenti
dell'epoca gli ordinarono numerosi ritratti che Tiziano riuscì a realizzare
facendosi aiutare dagli allievi della sua scuola, spiegando così la sua
immensa produzione. Tra i più noti quelli dei duchi di Urbino (Firenze), di
Carlo V (Madrid) e di Francesco I (Parigi). Anche in questo periodo però
non tralasciò di realizzare opere manieristiche con soggetti calssicheggianti
o religiosi. Nelle sua maturità subì anche una crisi artistica, rapidamente
superata, cercando di utilizzare più i chiaroscuri ("Cristo coronato di spine"
– Milano) che il grande cromatimo, presente nella maggioranza delle sue
opere. Dopo un suo viaggio a Roma si definì finalmente il suo stile
manieristico totale e si compiono, inframezzati da molte opere
classicheggianti, i più famosi ritratti dovuti alla sua prodi-giosa mano. Di
questo periodo sono ad es."Il giovane inglese" (Firenze), "Paolo III e i suoi
nipoti" (Capodimonte), e "Carlo V a cavallo" (Madrid). La sua maturazione
artistica si chiude con opere più stemperate come "Europa sul toro"
(Boston), "Educazione di amore" (Roma) e "Ninfa con Pastore" (Vienna).
Venne colto dalla morte a Venezia nel 1576 mentre dipingeva "Pietà".

 

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