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influito sul vestire di buona parte del mondo e traggono
ricchezza e lavoro dall’opera di persone geniali e
fantasiose che non solo creano continuamente nuove mode e
nuovi stili ma realizzano,attraverso migliaia di
piccole e medie industrie, capi ed accessori d’abbigliamento
che incontrano il gusto di molte altre culture e si
impongono sui mercati di tutti i continenti.
Precedentemen-te il modo di vestire dipendeva soprattutto dalle
necessità e della vita quotidiana, in piccola misura dalla
ric-chezza delle persone e quasi per nulla dalla loro
cultura, e la moda, così come la intendiamo oggi, si
limitava ad influire solo su piccole varianti degli stessi abiti,
sulla qualità della materia prima e nell’aggiungere
alcuni accessori quali simboli di ricchezza o di potere. Basti
pensare agli abiti degli antichi greci e romani, assai
simili anche in strati sociali diversi, che differivano solo per
alcune varianti cromatiche e per la qualità dei tessuti.
Questa situazione rimase stabile fino al Rinascimento,
quando la moda, riservata a poche persone benestanti ed
influenzata dall’arrivo di merci e notizie dal lontano
oriente, modificò i modelli dell’abbiglia-mento ed
iniziò a manifestarsi come fenomeno di rilievo. Verso la fine
del 15° secolo, approfittando di tessu-ti realizzati con
telai di nuova concezione, comparvero inizialmente in
Francia i primi figurini di moda e poco dopo i primi
giornali specializzati in vestiario. Da quel momento la moda,
fino ad allora relegata nei palazzi dei nobili e dei ricchi,
passò nelle mani di professionisti dell’arte del cucito e del
tessuto che iniziarono a servire anche l’emergente
borghesia attraverso botteghe artigiane che lentamente
divennero piccole imprese. Fin dal 1700 Italia e Francia
emersero in queste arti creando nuovi modi di vestire,
esaltando in qualche caso lo sfarzo o la funzionalità degli
abiti e degli
accessori, ed esportarono la moda anche nel nuovo mondo e
nelle
colonie. Nell’800 specialmente nell’Italia del nord, tra
Milano e Torino,
nacquero numerosi sarti professionisti e scuole di cucito e
vennero
inventate alcune macchine che accelerarono il lavoro del
cucire e del
tessere. Mentre sarti e cucitrici formavano nuove
corporazioni (i sarti e
le caterinette) alcune persone geniali e fantasiose, gli
stilisti, i veri inventori
della moda, fondarono degli atelier che crearono le tendenze
del vestire.
In questa arte che realizzava solo modelli unici, tra il
1800 ed il 1900
emerse appunto la moda italiana, in concorrenza a quella
francese, alle cui
spalle però, per poter trasformare i modelli in una grande
quantità di abiti
d’uso comune,si era costituito un consistente gruppo di
industrie tessili,
d’abbigliamento e di accessori, con maestranze
specializzate che doveva
rielaborare i modelli in abiti per tutti e per ogni
occasione. Gli Armani, i
Versace, i Trussardi, i Valentino e numerose altre firme
prestigiose, eredi
delle precedenti esperienze, condizionano oggi la moda di
buona parte del
mondo civile, creano ricchezza ed impiegano nell’industria
derivata
migliaia di lavoratori nel nostro paese e in altre nazioni.
Un abito da gran sera di Valentino
La parola “moda” indica il costume, il modo di vestire,
il gusto e la tendenza del
pensare e dell’agire di molte persone persone durante un
breve periodo storico.
A partire però dal XII secolo, soprattutto nelle culture
italiana e francese, questa
parola indica soltanto il modo di vestire degli uomini e
delle donne, che era ed è
ancora lo specchio della cultura e della tecnologia di
ciascun periodo storico e di
ciascuna cultura. Da allora Italia e Francia sono divenute
famose per aver
La Moda italiana nel mondo