Giuseppe
VERDI
( 1813 – 1901 )
Giuseppe Verdi, è considerato il più grande compositore
italiano di ogni tempo perché, insieme a pochi altri
illustri
musicisti europei, ha dato vita al grande ed irripetibile
filone
dell’opera e del melodramma teatrale dell’800 che ancora
oggi caratterizza i programmi dei maggiori teatri del mondo.
Le opere e i drammi musicali di Verdi di grande intensità,
armoniosità e complessità musicale oltre a porgere
una nuova lettura della musica e dello spettacolo teatrale,
nacquero anche in quel travagliato contesto storico
che fu il Risorgimento politico italiano dell’800 e grazie
al loro contenuto sociale e patriottico hanno largamente
contribuito a creare quel forte sentimento nazionale
sfociato nell’unità d’Italia e far conoscere al mondo la
musica e la cultura italiana.
Giuseppe Verdi nacque a Roncole di Busseto nei pressi di
Parma nel 1813 da una modestissima famiglia di
estrazione contadina ma la sua forte attrazione per la
musica lo condusse a iniziare studi musicali non
sistematici con l’aiuto economico di un mercante della sua
cittadina che credeva nella sua genialità. Nel 1832
animato da grandi speranze si presentò agli esami di
ammissione al Conservatorio di Milano ma fu respinto.
Malgrado la delusione continuò a frequentare gli ambienti
musicali milanesi e a scrivere alcune opere giovanili
con una delle quali (Oberto, Conte di San Bonifacio) riuscì
ad esordire alla Scala nel 1839. I primi successi di
critica e di pubblico li ottenne col Nabucco nel 1842 e I
Lombardi alla prima crociata nel 1843 : al suo successo
contribuirono anche alcuni brani cantati di grande
intensità emotiva contenuti in queste sue due opere che
furono adottati dal popolo milanese come canti
risorgimentali inneggianti la libertà dall’occupazione austriaca
dell’Italia nord orientale. Tra il 1844 ed il 1850 la sua
attività musicale e di relazione divenne frenetica per
ottenere il successo definitivo, facendosi largo nel mercato
operistico tra numerosi altri autori di melodrammi
che frequentavano la Scala. Scrisse in questi sei anni, che
Lui stesso definì “gli anni della galera”, ben 11 opere
(tra cui Ernani, I due foscari, I masnadieri, Macbeth, La
battaglia di Legnano ecc.) avvelendosi di noti librettisti
tra cui Cammarano e Piave con i quali mise a punto un nuovo
meccanismo teatrale del melodramma che lo
incoronò maestro incostrastato dell’opera lirica italiana
dell’800. Tra il 1851 ed il 1853 , scrisse tre capolavori
musicali di essenzialità e di complessità drammatica : il
Rigoletto, la Traviata e il Trovatore, opere che hanno
mantenuto ancora oggi grandissima popolarità. Dal 1854
rallentò la sua produzione per dedicare maggiore
attenzione alle possibilità orchestrali e alla
caratterizzazione dei personaggi delle sue opere. Nel 1855 scrisse
I vespri siciliani, nel 1857 Simon Boccanegra, nel 1859 Un
ballo in maschera, nel 1867 Don Carlos, nel 1871
dell’Aida, in cui drammaticità, grandiosità
scenografica, attenzione
ai personaggi e l’uso più completo dell’orchestra
furono il frutto
della sua ricerca. Nel 1874 per ricordare la morte di A.
Manzoni
scrisse La messa di requiem, una delle sue poche opere
musicali
non teatrali. Dal 1980, forse influenzato dalla grandiosità
della
musica di Wagner, scrisse le sue due ultime opere Otello
(1887) e
Falstaff (1893), associandosi al grande librettista A. Boito,
nelle
quali potenziò ancora la parte orchestrale, introducendo
anche la
declamazione poetica drammatica fra i brani orchestrali.
Morì non più in salute e fortemente rimpianto nel 1901 a
Milano.
Rigoletto e Gilda la sua figlia
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