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5° centenario della
nascita di
Girolamo
SAVONAROLA
G. Savonarola condannato al rogo.
Firenze Maggio 1498
Gerolamo Savonarola, frate domenicano del 1400, è un
personaggio storico scomodo e forse anche poco
conosciuto ma di grande importanza religiosa, sociale e
politica di ogni tempo per aver sostenuto una severa
riforma dei costumi sociali, della politica e delle
istituzioni religiose, e per aver avuto una enorme fiducia nel
popolo. Malgrado la sua appartenenza al clero, fu
predicatore veemente e contemporaneamente influente uomo
politico che pagò con la vita le sue denunce.
Nacque a Ferrara nel 1452 da famiglia modesta, ma grazie al
carattere e alla capacità di rinuncia, riuscì a
compiere studi di filosofia, musica, medicina e disegno che
lo portarono giovanissimo a disporre di una nota
ed ampia cultura. La sua prima opera letteraria scritta a 20
anni (“De ruina Mundi”) nacque dal suo disgusto
per la corruzione e la decadenza dei costumi dell’epoca,
cosa questa che lo costrinse a trasferirsi a Bologna nel
1474 dove divenne frate domenicano. Anche in questo ambiente
alzò la sua voce contro la degenerazione del
clero (“De ruina ecclesiae”) colpevole di non esser più
mediatore tra Dio e l’umanità peccatrice. Dopo esser
tornato a Ferrara per breve tempo fu chiamato nel 1482 a
Firenze da Lorenzo il Magnifico come predicatore.
Non ebbe il successo sperato e quindi fu costretto a recarsi
altrove : predicò a tra il 1485 ed il 1489 a Bologna,
Ferrara, Brescia e Genova con successo, tanto che fu
richiamato a Firenze ove, con una serie di prediche
sull’Apocalisse e contro la corruzione dei costumi, fu
nominato priore della chiesa di S. Marco con grande
gradimento della popolazione. Il prestigio di Savonarola
crebbe dopo la cacciata dei Medici, quando le sue
prediche precedenti apparvero come profezie e, sostenuto dal
popolo, riuscì a divenire arbitro della politica,
contribuendo a creare in Firenze un Repubblica
Demo-teocratica in cui era prevista l’abolizione del lusso e
dell’usura e la creazione di un Monte di Pietà per
soccorrere i bisognosi. Le persone disordinate e libertine
furono sottoposte a giudizio per una maggiore moralizzazione
generale e il regime delle tasse fu esteso al
patrimonio. Preso dalla politica, Savonarola varcò i limiti
del lecito per un religioso e si scontrò quindi con il
Papa Alessandro VI a cui rimproverava costumi corrotti. Il
Papa nel 1495 gli proibì la predicazione ma
Savonarola non ubbidì e due anni dopo ricevette la
scomunica con l’accusa di eresia. La sua intransigenza in
ogni settore provocò gradualmente forti attriti politici e
religiosi e, in conseguenza,
la sua influenza sulla guida della Repubblica scemò.
Sfidato alla Prova del Fuoco
ma rifiutandosi di effettuarla, fu abbandonato anche dal
popolo, sobillato dal clero
fedele al Papa, che nel 1498, diede l’assalto alla chiesa
di S. Marco per catturarlo e
sottoporlo a processo. Torturato e processato per tre volte
in presenza di alcuni
inviati del Papa, fu condannato al rogo dopo impiccagione
per eresia ed impostura.
La sentenza fu eseguita nel maggio del 1498 e le sue ceneri
furono sparse in Arno.
Savonarola è considerato un grande della storia da molte
culture diverse poiché,
diviso fra politica e religione, sostenne una riforma
complessiva, in nome di una
vita più semplice e di un’autentica religiosità,
attraverso un maggior potere al
popolo, da lui giudicato la parte più sana della società.
Fu ed è ancora oggi molto
discusso in quanto se da un lato apparì come un eretico,
per altri fu un santo e per
altri ancora il precursore profetico di quella Riforma che
modificò l’assetto
sociale, politico e religioso di tutta Europa negli anni
successivi.
Girolamo Savonarola