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da Siena, a inaugurare la successione di temi ce-
lebrativi cattolici di cui è caratterizzato il franco-
bollo italiano di questi ultimi decenni, in una vi-
cenda che appartiene ad altro e diverso capitolo,
e che esula dall’argomento del presente scritto».
Corrado Mezzana, già autore di tante serie del
Regno, può considerarsi l’artista che più di qual-
siasi altro ha dato una personale impronta ai
francobolli italiani del primo periodo repubbli-
cano, fedele interprete dei cambiamenti politici
ma in una linea di continuità grafica coi lavori
del passato ben delineata.
Ne fanno testo tanti altri francobolli commemo-
rativi (ad esempio, Repubblica Romana, Anno
Santo del 1950,
Conferenza Europea del Tabacco, Fiera di e quella, ordinaria,
Milano del 1952 e relativa cartolina postale, dell’ Italia al La-
voro (1950), con i
Modena e Parma e il raffinato francobollo de- simboli dell’ ope-
dicato al cardinale Massaia); la serie del Cente- rosa laboriosità di
nario del Risorgimento (1948); un’Italia divisa in
78, gennaio 2015 regioni ma unita
nella ripresa dopo
le dure vicende della guerra. Nessun accenno in
quest’ultima serie all’industrializzazione che sta-
va sopraggiungendo a passi da gigante.
Lo stesso Zeri scrisse di lui che «l’aspetto più va-
lido di Mezzana va riconosciuto nei bozzetti per
i francobolli, dove complessità culturale e com-
positiva, unita alla carica simbolica-allegorica, si
risolve in una chiara, perfetta leggibilità nono-
stante la minuta cura dei particolari, a dispetto
della stampa rotocalcografica, sulla quale incom-
be costantemente il rischio del risultato torbido».
I francobolli italiani più belli sono infatti quelli
stampati in calcografia.
A fianco di Mezzana, nel primo decennio repub-
blicano, lavorarono altri artisti di provata espe-
rienza: Cisari, Pizzi, Lazzarini, Pierbattista
che hanno operato anch’essi nel solco della tra-
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