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FAQ sulla Storia Postale

A cura di Valter Astolfi, Delegato Nazionale FSFI

  1. Che cosa significa collezionare storia postale?
  2. Che cosa non è una collezione di storia postale?
  3. Quali sono gli argomenti più ricorrenti in una collezione di storia postale?
  4. Come si diventa collezionisti di storia postale e si sceglie un argomento di collezione?
  5. Dove posso procurarmi i pezzi per una collezione di storia postale?
  6. Come posso impostare e presentare una collezione di storia postale?
  7. A chi mi posso rivolgere per le mie necessità di collezionista di storia postale?
  8. Quali sono le esposizioni filateliche e come si fa ad iscriversi?
  9. Dove posso approfondire i Regolamenti della FIP e della FSFI?

PREMESSA

L’uso della definizione "collezione di storia postale" impone una precisazione:

Ciò premesso, si precisa che le indicazioni e le notizie incluse in questa FAQ, in quanto pubblicate a nome della FSFI, fanno riferimento al quadro postale italiano e sono applicabili alle collezioni destinate a partecipare alle esposizioni a concorso.

1. CHE COSA SIGNIFICA COLLEZIONARE STORIA POSTALE? Torna all'inizio

Una collezione di storia postale si compone di oggetti, quasi esclusivamente di natura cartacea, adatti a dimostrare in maniera ordinata ed adeguata il servizio svolto dalle Poste, oppure una parte o aspetto di esso; il tutto con riferimento ad un determinato periodo e/o avvenimento e nell’ambito di un’area geografica definita.

Per effetto di apposite concessioni o di particolari circostanze può succedere che qualcuno dei servizi che in virtù del diritto di privativa sono di pertinenza dello Stato venga invece svolto dai privati o, comunque, da soggetti diversi dalle Poste.

Con la parola oggetti si intendono:

L’utilizzo di questi oggetti in una collezione di storia postale nasce dal fatto che su di essi figurano i "segni" (bolli, francobolli, ecc.) della Posta (o dei privati concessionari).

Con l’indicazione ordinata ed adeguata si intende la sequenza e la completezza con cui gli oggetti vengono distribuiti nel corpo della collezione, allo scopo di rappresentare in maniera chiara e compiuta l’argomento prescelto. Una sequenza ragionata può determinare uno sviluppo della collezione in più parti, capitoli, ecc. Naturalmente, l’obiettivo della completezza va inteso in senso relativo e non in maniera assoluta.

Con la parola servizio si intendono tutti i rami di attività svolti dalle Poste (dalle origini fino ai giorni nostri). In sintesi, si tratta (seguendo l’ordine temporale di istituzione del servizio): delle corrispondenze, dei telegrafi, dei servizi a denaro e dei pacchi. Con l’avvento dell’informatica il campo delle "telecomunicazioni" ha subito un notevole sviluppo, sotto varie forme.

Con la parola Poste si intende l’intero sistema delle comunicazioni e dei servizi facenti capo, originariamente, alla Direzione delle Poste ed a quella dei Telegrafi e poi all’apposito Ministero, secondo le diverse denominazioni via via assunte da quest’ultimo dopo l’istituzione avvenuta nel 1889.

Con l’indicazione una parte o aspetto di esso si intende dire che una collezione non deve necessariamente sviluppare la rappresentazione di tutti i servizi postali o almeno dei principali; questa è solo una possibilità teorica perché sul piano pratico, soprattutto quando ci si riferisce ai giorni nostri, ciò risulta del tutto irrealizzabile (a maggior ragione poi se si deve fare i conti con il limitato spazio normalmente concesso alle singole collezioni nelle esposizioni). Ugualmente non è richiesto che una collezione debba, per forza, rappresentare almeno un servizio, in tutti i suoi aspetti. Infatti, essa può limitarsi ad illustrare solo uno o qualcuno di tali aspetti. Così, ad esempio, se l’argomento prescelto è quello delle "corrispondenze" si può decidere di limitare la collezione alle sole "tariffe" di un particolare oggetto postale (es. i campioni senza valore, le stampe, ecc.) oppure al solo servizio accessorio delle "raccomandate" oppure degli "espressi"; se invece si vuole circoscrivere l’argomento ad un’area geografica limitata si può parlare del "recapito autorizzato" in una determinata città…e così via. In questa logica, l’argomento della collezione può anche essere di tipo indiretto e trasversale rispetto ad un determinato servizio. Così, ad esempio, rientrano in questo gruppo le collezioni che hanno come argomento la storia di una emissione di francobolli (es. la Floreale, l’Imperiale, ecc. con le loro tariffe, periodi d’uso, ecc.) e tutte quelle che sono svincolate dall’obiettivo di dover dimostrare un determinato servizio (nel suo insieme o parzialmente)

Con l’indicazione determinato periodo si intende precisare che ogni collezione deve indicare e rispettare una data di inizio e di fine. Naturalmente, più è lungo l’arco di tempo preso in esame più diventa necessario saper individuare e rappresentare adeguatamente gli aspetti postali che hanno caratterizzato l’argomento della collezione; più il periodo è corto più diventa necessario andare in profondità nello sviluppo della collezione.

Con la parola avvenimento si intende precisare che nell’ambito di un determinato periodo l’argomento della collezione può essere circoscritto ad un avvenimento ben preciso: una guerra; una occupazione; un’impresa; ecc..

Con l’indicazione area geografica si intende precisare che ogni collezione deve riferirsi ad un territorio ben preciso che può essere un insieme di paesi oppure un singolo paese, regione o località, fino ad arrivare al singolo ufficio. La definizione dell’area geografica dipende, naturalmente, anche dalla scelta dell’argomento di collezione.

Con il termine concessioni si intende richiamare il sistema in base al quale determinati soggetti, diversi dalle Poste, possono svolgere alcuni specifici servizi che a norma di legge rientrano nella privativa dello Stato. L’affidamento dei servizi (in esclusiva oppure no) avviene attraverso l’istituto della "concessione", appositamente previsto dalle leggi postali. Le esigenze e le situazioni in base alle quali lo Stato ricorre all’istituto della concessione sono molteplici. I servizi in concessione più noti sono i seguenti: il trasporto delle corrispondenze in loco da parte delle "Agenzie di recapito autorizzato"; il trasporto in loco delle proprie corrispondenze con mezzi propri (es. grandi banche e ditte); il trasporto dei pacchi (entro certi limiti di peso); le comunicazione telegrafiche tramite i cavi transatlantici (Italcable); ecc..

Con l’indicazione particolari circostanze si intende fare riferimento a quei casi in cui, per vari motivi, l’organizzazione privata si sostituisce a quella di Stato nello svolgimento di un servizio di pertinenza delle Poste. L’esempio più noto è quello dei "Coralit" (Corrieri Alta Italia) che nell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale si sono sostituiti all’amministrazione postale per trasportare, lungo determinati itinerari e tramite un servizio di ciclisti, le corrispondenze spedite e destinate da una località all’altra dell’alta Italia; e ciò per l’impossibilità delle Poste di assicurare un regolare e tempestivo trasporto a causa della mancanza di convogli, di linee ferroviarie interrotte, ecc..

Con l’indicazione diritto di privativa si intende la prerogativa in base alla quale spetta allo Stato (e per esso alle Poste) il diritto di esercitare in esclusiva "i servizi di raccolta, trasporto e distribuzione della corrispondenza epistolare; di trasporto dei colli; di telecomunicazione (di qualsiasi tipo: telegrafiche, telefoniche, radioelettriche, ottiche, ecc.)". La legge postale precisa inoltre che "ai servizi di cui sopra, l’Amministrazione può provvedere anche mediante concessioni".

2. CHE COSA NON E’ UNA COLLEZIONE DI STORIA POSTALE? Torna all'inizio

Alla luce di quanto sopra emerge chiaramente il fatto che esiste un comune denominatore per gli oggetti che compongono una collezione di storia postale, e cioè: il loro impiego da parte della Posta, per lo scopo per cui sono stati creati.

In base a questo concetto non costituisce, pertanto, una collezione di storia postale quella che è formata da francobolli allo stato di nuovi (mi pare superfluo ricordare i tanti collezionisti che raccolgono Repubblica, Vaticano e San Marino) anche se qualcuno potrebbe pensare che queste collezioni siano, di per sé, un significativo esempio di storia della Posta. Per costoro la convinzione potrebbe infatti essere questa: che cosa meglio dei francobolli e del loro succedersi nel tempo può testimoniare la storia postale di un determinato paese ? A questa domanda alla quale, d’impulso, una risposta positiva sembrerebbe scontata, bisogna invece rispondere negativamente. Infatti, come abbiamo detto prima, non bisogna dimenticare che per le collezioni destinate a competere nelle esposizioni patrocinate dalla FSFI esistono dei regolamenti e questi regolamenti stabiliscono che i francobolli nuovi (e così pure gli "interi", ecc.) non possono essere utilizzati per le collezioni di storia postale. A questo punto il collezionista potrebbe allora chiedersi: ma se la collezione fosse formata da francobolli allo stato di usati? In questa fattispecie il principio di oggetti "impiegati per lo scopo per cui sono stati creati" risulterebbe infatti rispettato! Anche in questo caso però la risposta è negativa in quanto, se prima l’esclusione nasceva dalla specifico divieto imposto dal regolamento, qui nasce invece dal fatto che una collezione di francobolli sciolti usati non è di per sé sufficiente a dimostrare in maniera "compiuta" un determinato servizio (o una parte o aspetto di esso) svolto dalle Poste. Naturalmente, ciò non impedisce che il francobollo sciolto usato possa essere regolarmente utilizzato (di regola, in modo assai marginale) in una collezione di storia postale.

Quanto sopra significa allora che una collezione di francobolli, nuovi o usati, non ha alcun significato e non trova alcuna collocazione nelle esposizioni filateliche? Assolutamente no; le regole a suo tempo fissate dalla FIP hanno infatti stabilito di dividere in più classi, tra di loro "omogenee", i tradizionali settori di collezione. Sotto questo aspetto, la collezione dei francobolli sciolti (con relative varietà, multipli, ecc.) è stata inclusa nella classe di "Filatelia Tradizionale". 

Il quadro completo delle classi di competizione previste dalla FIP è infatti il seguente (in ordine alfabetico): Aerofilatelia, Astrofilatelia, Filatelia fiscale, Filatelia giovanile, Filatelia tematica, Filatelia tradizionale, Interofilatelia, Letteratura filatelica, Maximaflia, Storia postale.

3. QUALI SONO GLI ARGOMENTI PIU’ RICORRENTI IN UNA COLLEZIONE DI STORIA POSTALE? Torna all'inizio

La scelta di un argomento di collezione è vastissima. Le stesse norme emesse dalla FIP per la valutazione di una collezione di storia postale elencano, a titolo di esempio, tutta una serie di argomenti, e cioè:

Il suddetto elenco è solo indicativo e può essere ampiamente allargato; non solo per il fatto che ciascun argomento (o quasi) può essere moltiplicato per i tanti paesi che possono vantare una propria storia postale ma soprattutto perché ciascun argomento può essere spezzettato in più parti. Così, ad esempio, se si sceglie una collezione di posta militare è possibile limitarsi ad una guerra oppure ad un fronte, ecc.; se si sceglie invece una collezione di posta marittima è possibile limitarsi ad una sola linea di navigazione oppure ad un solo porto; se si sceglie la voce "tariffe" non è necessario illustrale tutte ma si può limitare la collezione ad una sola tariffa… e così via. Naturalmente, la possibilità di allargare il campo deriva anche dal fatto che il collezionista sceglie il periodo a lui più congeniale; pertanto ciascun argomento può anche essere spezzettato in più periodi.

C’è poi da tenere presente l’evoluzione concettuale che si è registrata in questi ultimi anni sul significato del termine "storia postale". Agli inizi (la specialità si è formata tra gli anni ’60 e ’70) ci si comportava come se la storia postale fosse formata solo da lettere viaggiate (in particolare, quelle del periodo classico); oggi questo concetto è ormai superato. La Posta è sinonimo di comunicazione e la comunicazione non è solo quella epistolare; con l’avvento dell’epoca moderna la trasmissione dei messaggi è approdata ai sistemi telegrafici e poi a quelli informatici e lo sviluppo tecnologico non è certo finito e chissà dove ci porterà. Nell’ambito delle "comunicazioni" la Posta ha poi allargato il suo raggio d’azione anche al trasporto dei pacchi (entro dimensioni e pesi prestabiliti) ed ai movimenti di denaro, ed anche qui il processo di evoluzione è più che mai in corso. Ecco quindi che una collezione di storia postale può spaziare su argomenti ben più ampi che non le sole corrispondenze epistolari. In tal senso, in Italia, in ambito FSFI, si è convenuto che costituisce "storia postale" tutto ciò che viene svolto come servizio al pubblico all’interno di un ufficio postale o presso un concessionario. Si aggiunge pertanto al suddetto elenco tutta la gamma dei servizi a denaro, telegrafici, informatici, ecc. a tutti noi ben noti. Ai nostri fini, visto che stiamo parlando di collezioni destinate a concorrere nelle esposizioni, è però essenziale che siano formate da oggetti aventi le caratteristiche indicate in precedenza.

4. COME SI DIVENTA COLLEZIONISTI DI STORIA POSTALE? Torna all'inizio

Il collezionista che si indirizza verso la storia postale deve avere un qualcosa in più rispetto a coloro che si limitano a consultare solo i cataloghi; in particolare: un certo interesse per la storia, quella con la "S" maiuscola, almeno relativamente al periodo in cui si colloca la collezione (la conoscenza dei fatti, delle date, ecc. è la base per i successivi approfondimenti in campo storico-postale) e così pure delle principali norme postali (indispensabile consultare e/o procurarsi le fonti d’informazione sulle norme postali); l’indole del ricercatore (sia per la ricerca del materiale che delle notizie e riferimenti postali utili per la sua collezione); l’applicazione sui pezzi da collezione che vanno studiati ed analizzati. In base a questi presupposti il collezionista di storia postale è sicuramente quello che ad un certo momento comincia a guardare il materiale secondo una logica ben diversa da chi, ad esempio, è interessato alla sola raccolta dei francobolli, anche se su busta, su cartolina o altro supporto. Infatti egli comincerà ad interessarsi all’oggetto postale dal punto di vista della tariffa, dell’affrancatura, dell’annullo, della censura, dei bolli di transito, ecc. ecc.; insomma, tutte cose che non si trovano nei cataloghi di francobolli. Nell’ambito di questi oggetti e di queste voci egli si orienterà verso il periodo e verso l’argomento che più gli sono congeniali e comincerà pertanto ad accumulare materiale. Di fatto, la prima selezione circa il tipo di collezione a cui dedicarsi avverrà in questa fase. Attraverso la frequentazione di ambienti filatelici e/o la consultazione di idonea letteratura specializzata egli cercherà, a questo punto, di trovare le altre informazioni a lui indispensabili per proseguire ed approfondire la collezione.

5. DOVE POSSO PROCURARMI I PEZZI PER UNA COLLEZIONE DI STORIA POSTALE? Torna all'inizio

Innanzi tutto bisogna dire che per costruire una collezione di storia postale non vale la vecchia regola del "commerciante di fiducia". Non si tratta di mettere assieme delle serie di francobolli che un buon commerciante è sicuramente in grado di procurare anche se in un determinato momento ne è sprovvisto. Si tratta di mettere assieme dei pezzi, a volte anche di modesto valore, la cui reperibilità non è poi così facile ed immediata. Ed anche questo è il fascino ed il divertimento della storia postale: la soddisfazione di aver trovato il pezzo giusto; di cercare un pezzo e di inseguirlo… e poi, alla fine, di poter dire che ogni pezzo della collezione ha una sua storia. Quasi sempre, infatti, la collezione è il risultato di una paziente ricerca che spazia dagli amici del circolo filatelico ai mercatini domenicali locali, dai convegni filatelici che periodicamente si tengono in Italia ai commercianti di francobolli, dalle case d’asta nazionali a quelle internazionali. Per qualche specifico settore esistono anche dei listini di vendita di associazioni specializzate. L’ultima novità in materia di compravendita è rappresentata dai siti "Internet" dove sono ormai presenti i principali operatori filatelici ed anche un certo numero di privati.

Ci sono commercianti che trattano prevalentemente la storia postale e che sono specializzati più in un settore che in un altro (es. più nell’antico che nel moderno, ecc.) Nei cataloghi d’asta la storia postale è normalmente divisa in periodi (prefilateliche, antichi stati, regno, R.S.I., repubblica, ecc.) ed in settori (es. espressi, pacchi, colonie, occupazioni, ecc.); anche i contenitori con cui i commercianti propongono la loro merce sono normalmente divisi in questo modo.

6. COME POSSO IMPOSTARE E PRESENTARE UNA COLLEZIONE DI STORIA POSTALE? Torna all'inizio

Non esiste una regola costante per quanto riguarda l’impostazione di una collezione di storia postale; dipende dall’argomento, dal periodo, dall’obiettivo, ecc. Se il tipo di collezione lo consente, lo sviluppo più appropriato è quello che mostra, attraverso altrettanti capitoli, le tariffe, i bolli, i percorsi, ecc. Ma ci sono collezioni che trattano solo uno di questi aspetti ed altre che trattano invece aspetti che non sono riconducili alle voci di posta di cui sopra. Così, ad esempio, in una collezione che ha come obiettivo l’illustrazione dei bolli usati in un certo periodo in una determinata area geografica (marcofilia) risulta del tutto fuori luogo parlare di tariffe, percorsi, ecc. Insomma si può dire che ciascun argomento ha un proprio sviluppo ideale, sul quale potrà certo incidere la creatività del collezionista e la sua capacità di sintesi.

Secondo le regole alle quali devono uniformarsi le collezioni destinate alle esposizioni a concorso, lo sviluppo dovrà essere chiaramente indicato in un foglio posto all’inizio della collezione, il cui contenuto prende il nome di "Piano" (schema della collezione); in questo foglio di introduzione alla collezione viene anche spiegato l’obiettivo che essa si prefigge. Sempre sullo stesso foglio si possono altresì inserire, in sintesi, le notizie inerenti il momento storico in cui la collezione si colloca. Insomma, ogni collezione è un libro con all’inizio un titolo, una nota esplicativa (che ne chiarisce contorni, contenuti ed obiettivi) ed un indice attraverso il quale viene indicato il percorso (parti, capitoli, ecc.) scelto dall’autore per illustrare l’argomento. Ciascuna parte, capitolo, ecc. ha, naturalmente, la sua intitolazione.

Definito lo sviluppo si tratta ora di accompagnare i pezzi che compongono la collezione con un discorso illustrativo; questo sarà in parte storico (se necessario) ed in parte tecnico. La parte storica (da inserire all’inizio delle diverse parti e/o capitoli nei quali, eventualmente, si divide la collezione) servirà, se necessario, ad illustrare, con maggiore dettaglio rispetto a quanto è stato già fatto nel foglio del Piano, alcuni riferimenti d’interesse storico. La parte tecnica, la più importante, sarà invece formata da dati e notizie di carattere postale (fatti, leggi, regolamenti, norme, ecc.). Quando queste informazioni sono di carattere generale vengono generalmente collocate in testa al primo foglio di ciascun capitolo (sotto il titolo); se invece si tratta di informazioni particolari, legate ad un singolo oggetto, allora queste vanno a formare la didascalia che accompagna ciascun pezzo della collezione. Infatti, la dimostrazione pratica delle suddette informazioni postali è naturalmente fornita dai vari pezzi che compongono la collezione; ecco quindi che sotto ciascun pezzo sono illustrate e spiegate le peculiarità in base alle quali esso è stato selezionato e collocato in quel punto (capitolo) della collezione. Tali peculiarità possono riguardare, di volta in volta, la tariffa, il tipo di bollo, di instradamento, ecc. ecc.

Per presentare la collezione si ricorre all’uso di fogli (quasi sempre di colore bianco) secondo un formato standard ormai adottato in tutti i paesi; questi fogli vengono inseriti in apposite tasche di plastica onde evitare che i pezzi ivi applicati siano a contatto con l’esterno. I pezzi vengono applicati sui fogli mediante l’uso di angolini (tipo fotografie) ma l’orientamento più recente (perché la protezione è maggiore e l’effetto è più gradevole) è quello di avvolgerli con carta lucida trasparente per essere poi incollati sul foglio con sistemi più o meno sofisticati. A questo punto la collezione è pronta per essere presentata. L’ultima avvertenza riguarda il numero di fogli che si possono presentare in una esposizione a concorso: esiste una gradualità, sulla quale non è il caso di soffermarsi, ma ad ogni partecipante non sono concessi più di 120 fogli; bisogna pertanto tenere presente questo vincolo!

7. ESISTONO ORGANISMI AI QUALI MI POSSO RIVOLGERE PER LE MIE NECESSITA’ DI COLLEZIONISTA DI STORIA POSTALE? Torna all'inizio

Per un collezionista di storia postale i quesiti sono sempre tanti e nascono in continuazione; più ci si addentra nelle cose e più ci si accorge che in storia postale ci sono sempre nuove frontiere. Diventa quindi fondamentale individuare le fonti presso cui attingere le informazioni. Il primo passo consiste nel sapere se esistono libri o articoli di riviste specializzate che trattano l’argomento a cui si è interessati; altrettanto importante diventa lo scambio di informazioni con altri collezionisti del settore. In genere queste notizie si possono acquisire entrando a fare parte di una associazione di collezionisti di storia postale.

In Italia esistono attualmente alcune associazioni a carattere nazionale:

AISP – Associazione Italiana di Storia Postale – Via Leopardi, 3 – Milano 20100

AICPM – Associazione Italiana Collezionisti Posta Militare – C.P. 227 – Rimini 47900

ANCAI – Associazione Nazionale Collezionisti Annullamenti Italiani – Via Petrarca, 12 – Torino 10126

ASSP – Associazione per lo Studio della Storia Postale – C.P. 325 – Padova 35100

ISSP – Istituto di Studi Storici Postali – Palazzo Datini -Via ser Lapo Mazzei, 37 – Prato 59100

ed alcune a carattere regionale localizzate, finora, in Sicilia e Toscana.

Tutte queste associazioni pubblicano una rivista specializzata. Altre associazioni di storia postale esistono, naturalmente, in tutti i principali Paesi di tradizione filatelica. In Inghilterra, in particolare, esistono associazioni che raggruppano i collezionisti in funzione del Paese o area geografica collezionata; così, ad esempio, esiste l’associazione "Italy & Colonies Study Circle".

Nei siti Internet della FSFI (www.fsfi.it) e della FIP (www.f-i-p.ch) si possono trovare altre tantissime informazioni utili per il collezionista di storia postale.

8. QUALI SONO LE ESPOSIZIONI FILATELICHE E COME SI FA AD ISCRIVERSI? Torna all'inizio

Esistono vari tipi di esposizioni filateliche. In relazione a quanto precisato nella parte introduttiva non si ravvisa qui l’opportunità di soffermarsi più di tanto sulle mostre non competitive. Queste possono essere organizzate da chicchessia, anche da un Circolo Filatelico federato, ed il partecipante può esporre il materiale come meglio crede in quanto non è vincolato da regole, se non quelle fissate dagli organizzatori della mostra; anche nell’ipotesi che questa preveda un concorso ed una graduatoria siamo comunque in un ambito diverso rispetto a quello previsto dalla FSFI (o FIP) .

Le esposizioni di tipo competitivo si dividono invece in: regionali patrocinate (ERP), nazionali (EN) ed internazionali; le prime due sono patrocinate dalla FSFI mentre quelle internazionali sono patrocinate dalla FIP (esistono comunque anche esposizioni internazionali organizzate dalla FSFI ma non patrocinate dalla FIP). Il regolamento per le esposizioni ERP ed EN è sostanzialmente uniforme e differisce solo per il livello di medaglia che si consegue al raggiungimento di un determinato punteggio. Nel corso di un anno le esposizioni regionali patrocinate sono abbastanza frequenti e distribuite su quasi tutto il territorio nazionale mentre quelle nazionali si tengono, di norma, una o due volte all’anno in località di volta in volta definite; le mostre internazionali si tengono invece ciclicamente in vari paesi. Di regola, le esposizioni filateliche non sono aperte a tutte le classi di competizione previste dal regolamento FIP (vedi punto 2) ma solo ad alcune di esse ed in qualche caso anche solo ad una.

Qualsiasi collezionista iscritto ad una società federata (circolo filatelico o associazione) può iscriversi ad una esposizione regionale patrocinata (l’opportunità a partecipare è normalmente consigliata dal circolo di appartenenza) mentre per partecipare ad una esposizione nazionale bisogna prima aver conseguito almeno una medaglia di vermeil in una esposizione regionale patrocinata. Analogamente, la partecipazione ad una esposizione internazionale FIP è ammessa solo se si è già conseguito almeno una medaglia di vermeil in una esposizione nazionale.

Per sapere data e luogo di una esposizione è sufficiente acquistare una rivista filatelica e consultare l’apposito "calendario delle manifestazioni" (disponibile anche sul sito Internet della FSFI). Se dal calendario risulterà che la mostra o una parte di essa è dedicata alla storia postale il suggerimento, se non c’è la decisione di iscriversi, è senz’altro quello di andare almeno a visitarla: sarà l’occasione per vedere altre collezioni, tecniche di esposizione, ecc. ma anche, eventualmente, per fare nuove conoscenze nell’ambito del collezionismo a cui si è interessati.

9. DOVE POSSO APPROFONDIRE I REGOLAMENTI DELLA FIP E FSFI? Torna all'inizio

Se si vuole partecipare ad una esposizione patrocinata dalla FSFI (e, a maggior ragione, dalla FIP) bisogna conoscere le norme [Regolamenti] che regolano le manifestazioni di questo tipo ed attenersi ad esse.

La lettura di questi documenti consente di avere una quadro completo sulle norme per le partecipazioni a concorso ma soprattutto di conoscere i principi e le regole in base alle quali le collezioni vengono valutate dalla giuria. Queste non sono uguali per tutte le classi di competizione. Naturalmente, anche la storia postale ha il suo "Regolamento speciale" (e relative "Norme generali"). E’ senz’altro opportuno che il collezionista studi attentamente questi documenti prima di esporre la propria collezione.


© Federazione fra le Società Filateliche Italiane. Aggiornato il 02-11-2014 .