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ti storici, tecnici e scientifici del programma      e animali. Poi furono messe a punto le tecnolo-
Apollo. Il programma Apollo costituisce il terzo     gie per lanciare in sicurezza un astronauta nello
e ultimo passo compiuto dagli Statunitensi per       spazio (programma Mercury), poi per lanciarne
arrivare sulla Luna prima dei Sovietici (che in      due (Programma Gemini) e infine per lanciarne
realtà non ci arrivarono mai). A seguito del-        tre (programma Apollo).
la sfida lanciata nel 1961 da John Kennedy, in       Fare il piano
piena guerra fredda, cominciò tra USA e URSS         Decido di sviluppare la collezione in 60 fogli,
                                                     normalmente il numero minimo di pagine per
Busta commemorativa del lancio di Apollo 13.         partecipare ad una competizione: è un buon
La busta è correttamente annullata al Kennedy        modo per cominciare.
Space Center, dalle cui rampe di lancio la mis-      Comincio con il suddividere la trattazione in
sione è partita l’11 aprile 1970. Sotto, busta com-  due capitoli. Tratterò prima i precursori, indi-
memorativa della missione Apollo 14. La busta è      viduando cinque filoni principali: lo studio del-
correttamente annullata a Houston, dove ha sede      le caratteristiche fisiche dello spazio al di fuori
il Centro di Controllo Missione che il 31 gennaio    dell’atmosfera, la messa a punto delle tecnologie
1971 ha seguito l’inizio della navigazione orbita-   missilistiche adatte per il lancio di uomini (adat-
le e le manovre per spostarsi verso l’orbita luna-   tamento dei razzi militari Redstone e Atlas e pre-
re. Due oggettyi che rientrano in una collezione     disposizione delle tecnologie per il salvataggio di
astrofilatelica.                                     emergenza, studi con animali, ecc.), il program-
                                                     ma Mercury, il Programma Gemini e gli studi per
una gara concitata per arrivare a mettere piede      la messa a punto del razzo Saturno, che portò
per primi sul Satellite della Terra, ma ci si ac-    l’uomo sulla Luna.
corse presto che tutto era da inventare: nessu-      Nel secondo capitolo svilupperò il programma
no era mai stato nello spazio e nessuno sapeva       Apollo, spingendomi fino al programma Apol-
esattamente cosa ci fosse al di là dell’atmosfera    lo-Soyuz (o ASTP) del 1975 – il volo congiun-
che avvolge e protegge il nostro pianeta. Biso-      to USA-URSS a conclusione della guerra fredda
gnava mettere a punto le tecnologie per andarci,     – che ha rappresentato l’ultimo utilizzo di una
bisognava accertarsi che un essere vivente fosse     capsula Apollo. Includo nella presentazione an-
in grado di sopravvivere alle pressioni delle vio-   che le missioni Skylab (la prima Stazione spazia-
lente accelerazioni necessarie per uscire dall’at-   le statunitense, dei primi anni Settanta) che sono
trazione terrestre e all’impatto del ritorno, che    state realizzate utilizzando le navicelle Apollo e
l’organismo umano – fatto per vivere con i pie-      le relative tecnologie.
di per terra – potesse sopravvivere in assenza di    È importante mantenere un buon equilibrio
gravità, bisognava studiare cosa c’era al di fuori   tra le varie parti. Le missioni Apollo sono state
dell’atmosfera, studiarne la densità e le energie,   complessivamente 18, di cui dodici con un equi-
mettere a punto idonei sistemi di comunicazione,     paggio di tre astronauti. Quattro sono le missioni
ecc. Furono fatti test con esseri viventi vegetali   Skylab: il lancio della Stazione spaziale, segui-
77, ottobre 2014                                     to da tre lanci di equipaggi che successivamente
                                                     l’hanno abitata per oltre un anno.
                                                     Per l’Astp dovrò prendere in considerazione sia il
                                                     versante statunitense sia quello sovietico. Se de-
                                                     dico una pagina a ciascuna delle prime sei mis-
                                                     sioni Apollo e due pagine per tutte le successive,
                                                     occupo – con il secondo capitolo – 38 pagine. Ne
                                                     restano a disposizione 22, di cui una – la pri-
                                                     ma – è occupata dalla descrizione del piano della
                                                     collezione, che farò alla fine, quando avrò chiaro,
                                                     nei dettagli, l’articolazione della presentazione.
                                                     Tornerò su questo argomento prossimamente.
                                                     Anche il titolo lo sceglierò alla fine.
                                                     Restano 21 pagine a disposizione per la tratta-
                                                     zione del primo capitolo, che svilupperò in modo
                                                     equilibrato e bilanciato, suddividendo equa-
                                                     mente le pagine nei cinque filoni individuati e
                                                     dedicando una pagina in più all’ultimo (“Messa
                                                     a punto del razzo Saturno”) che ritengo il più

                                                                                                                   17
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